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martedì, 29 gennaio 2013 - 02:16
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Teatro Puccini

Giorgio Faletti, anteprima nazionale a Firenze

"Ho scritto un libro come si scrive una canzone o forse ho scritto delle canzoni come si scrive un libro, affidandomi all'emozione e alla memoria"
Immagine articolo - Il sito d'Italia
Evento
Data Evento: 
Mar, 19/02/2013 - 21:00
luogo: 
Teatro Puccini - Piazza Puccini

Parte martedì 19 febbraio con una serata anteprima al Teatro Puccini di Firenze – ore 21, biglietti 32/24,50 euro, prevendite Box Office tel 055 210804 www.boxol.it - il tour “Da quando a ora in scena” dello scrittore, autore e attore Giorgio Faletti. 
 

Diretto da Massimo Cotto, lo spettacolo è tratto dal recente libro “Da quando a ora” pubblicato da Einaudi. Un romanzo autobiografico, in cui Faletti torna al vecchio amore, la musica, con due cd musicali incisi per la prima volta: in "Quando" interpreta alcuni suoi brani già portati al successi da altri artisti. In "Ora" propone dodici canzoni inedite. 
 

E dal romanzo nasce uno spettacolo dove musica e testo si uniscono in un formidabile connubio, grazie anche alla presenza di una super-band composta da Lucio Fabbri alla chitarra e al violino, Paolo Jannacci al pianoforte e alla fisarmonica, Roberto Gualdi alla batteria e alle percussioni, Lorenzo Feliciati al contrabbasso e dall’ensemble d’archi GnuQuartet.
 

“Ho scritto un libro come si scrive una canzone – spiega Giorgio Faletti - o forse ho scritto delle canzoni come si scrive un libro, affidandomi all’emozione e alla memoria. Il risultato, qualunque sia la prospettiva, è che all’interno ci sono parole e musica che costituiscono una parte della mia vita, un discorso iniziato tanti anni fa e mi auguro non ancora concluso. 
 

Ci sono i suoni della mia infanzia, l’energia ignorante della mia adolescenza, le riflessioni armoniche della maturità. Ci sono le storie che ho sentito raccontare e quelle che mi sono inventato, credendo nello stesso modo alle une e alle altre. C’è il mio passato, l’unico posto dove mi è concesso andare a scavare per cercare di capire quale e quanto sarà il futuro. 
 

E una delle prime cose di cui mi sono reso conto è che l’idea di non salire mai più su un palcoscenico a rappresentare qualcosa mi toglieva l’allegria. Così quel libro e quelle canzoni sono diventati uno spettacolo, una piacevole avventura da dividere con gli amici musicisti e condividere con il pubblico, che mi piace considerare amico nello stesso modo. Portandomi dentro una piccola convinzione personale. Se in questo tempo e in questo paese è difficile vivere di musica, è tuttavia impossibile viverne senza”. 

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