Aveva cenato con il comandante Francesco Schettino ma non avrebbe voluto salire con lui nella plancia di comando della nave Costa Concordia la sera del 13 gennaio; invece accettò l'invito e anche quando disse di voler andare via dalla plancia, Schettino insistette perchè rimanesse. Così, sentita l'1 febbraio scorso, dai pm di Grosseto, la moldava Domnica Cemortan ha ricostruito la sera del naufragio davanti all'isola del Giglio. Per ora risulta l'unica persona, non membro dell'equipaggio, presente nella plancia al momento dell'incidente. Verso le 21.30 del 13 gennaio, ricostruisce la moldava coi pm, dopo la cena al ristorante, «ad un certo punto siamo entrati in plancia tutti noi (Schettino, Domnica, il commissario Giampedroni e Ciro Onorato, ndr)». «Non ero al corrente», ha detto, di salire con altre persone in plancia di comando, «tant'è che mi sono sentita a disagio per questa circostanza, ovvero quando mi hanno invitata a salire». Poi, arrivata in plancia, ha raccontato, «sono rimasta in fondo e poichè non trovavo interessante la situazione ed avevo anche fame, me ne volevo andare via, ma il comandante (Schettino, ndr) ha insistito affinchè rimanessi, e così ho fatto». «Io - ha precisato - volevo scendere e andar via, ma il comandante mi ha detto di rimanere lì». E ancora: «Sono rimasta in fondo in un punto buio che non consentiva di vedere molto bene, comunque riuscivo a vedere le luci di Isola del Giglio». I pm le chiedono quanto tempo è rimasta in plancia e che cosa è successo dopo. «Ero con Ciro Onorato con cui sono salita dal ponte 3 a bordo di una delle lance. Sono quasi certa che verso le 00.30-1.00 sono arrivata a Giglio Porto»
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