"Troppa grazia, ma va bene. Più sondaggi sembrano darmi intorno al 36%, ancor prima che sia iniziata la campagna congressuale e ancor prima che ci siano stati altri candidati in campo o ci sia stato modo di presentarsi e di avere una popolarità maggiore rispetto a quella che ho.
Io in Italia non sono certo conosciuto da tutti gli elettori del Pd". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, candidato alla segreteria nazionale del Pd, in un'intervista stamani a Controradio, commentando i risultati di alcuni sondaggi su un'eventuale sfida congressuale per la segreteria del Partito democratico.
"I sondaggi mi qualificano come un'alternativa a Matteo Renzi, naturalmente come alternativa all'interno del Partito Democratico, con una sfida sui contenuti reali, sui contenuti programmatici, ed è quello che sto cercando di fare portando in giro in Italia le mie idee", ha aggiunto Rossi.
“Al momento - ha detto Rossi a Controradio in merito alla consultazione referendaria del 4 dicembre - sono intenzionato a votare Sì malgrado Renzi, malgrado l’abbia posta come una partita personale, e nonostante la campagna di comunicazione che lascia perplessi con toni anti politici. Si dice che si riduce il numero dei politici, i costi delle regioni, che non sono certo il punto più rilevante della riforma costituzionale. Credo che così rischiamo di convincere sempre meno. E comunque continuo a consigliare a Renzi di fare un incontro con i costituzionalisti e riformisti e ascoltarli, con i rappresentanti del Pd che non sono convinti e sono per il NO. La posizione della Sinistra è un po’ singolare perché ha votato per sei volte la Riforma. Mentre capisco e non voglio polemizzare con chi decide di votare per No, ricordo che questa legislatura è iniziata proprio con lo slogan Bisogna fare le riforme. Se facciamo il gioco dell’oca - ha spiegato Rossi - si torna sempre al punto di partenza. E poi il Paese - ha concluso - non può stare impuntato da qui al 4 dicembre sulle riforme costituzionali".
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