Tre perle nascoste nella campagna Toscana

Una vacanza in Toscana passa necessariamente in mezzo alle colline. Le città d’arte e i borghi medievali della regione più iconica d’Italia sono perlopiù dislocati tra ampi spazi verdi, spesso coltivati a vigneti che producono alcuni dei migliori vini del nostro Paese (Chianti, certo, ma non solo). Da San Gimignano con le sue torri alla bellezza senza tempo di Cortona le destinazioni di pregio si sprecano, ma in questo articolo vogliamo proporvi tre località meno conosciute che potranno impreziosire la vostra vacanza in maniera inaspettata. 

La prima è Poppi. Questo piccolo comune in provincia di Arezzo conta meno di 7.000 abitanti, eppure è in grado di restituire intatta l’atmosfera medievale che ci si aspetta quando si sogna di passeggiare per un autentico borgo toscano. La sua storia è legata a doppio filo ai conti Guidi, che ne furono i padroni per circa 250 anni; è possibile scoprire parte delle vicende della famiglia visitando il castello, che giocò un ruolo centrale nella battaglia di Campaldino, combattuta nel 1289 tra i Guelfi e i Ghibellini. Quel giorno insieme ai Guelfi festeggiarono anche Dante e Cecco Angiolieri, che parteciparono attivamente allo scontro; Dante stesso soggiornò nel castello e, secondo la leggenda, vi scrisse un canto della sua Commedia. 

È sempre Dante a suggerirci la prossima tappa del nostro itinerario, che passa per il borgo medievale di Monteriggioni. Celebre per le sue mura circolari, citate nel XXXI canto dell’Inferno, questa cittadina della Montagnola Senese vi affascinerà prima da lontano, grazie al suo aspetto imponente, e poi da vicino, quando vi troverete a passeggiare sopra i camminamenti con vista Chianti o visitando la bella chiesa di Santa Maria Assunta. 

Restiamo a Siena per addentrarci in una leggenda: quella della spada nella roccia del comune di Chiusdino. Si narra infatti che, nel giorno di Natale del 1180, San Galgano piantò la propria spada in una roccia di quella che poi diventò la sua abbazia, con l’intento di trasformarla in una croce. Ancora oggi è possibile ammirare l’elsa che fuoriesce dalla pietra: non provate a impugnarla fingendo di essere Re Artù, perché è protetta da una teca di vetro!
 

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