Un gesto di coraggio quello di Benedetto XVI, che lascia dopo 8 anni di pontificato. Il papa professore che ha coniugato fede e razionalità, regalandoci preziose opere sui vangeli e la vita Gesù. La notizia fa il giro del mondo in pochi secondi, non c'è infatti in epoca moderna un precedente del genere. Torna alla mente Celestino V, il pontefice che abbandonò il soglio di Pietro nel 1294, di cui scrisse Dante, in maniera a dir poco severa, "colui che fece per viltade il gran rifiuto".
Solo gli addetti ai lavori sapevano dell'esistenza dell’articolo 332 del Codice Canonico che prevede le dimissioni del Santo Padre: Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.
Joseph Ratzinger passa la mano, conscio di non poter portare avanti il suo impegno pastorale per problemi di salute. Ricorderemo un papa che ha saputo ascoltare tutti, che ha capito l'importanza del dialogo interreligioso senza abdicare alla tradizione della Chiesa con un riavvicinamento alla comunità di San Pio X e la liberalizzazione della messa in latino.
Benedetto XVI ha dimostrato, anzi ha rimarcato con il suo gesto, di essere solo Primus inter pares (primo tra pari). L'ultima lezione del papa professore, che sarebbe bello o forse utopico imparassimo tutti: "il potere come servizio".
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