In una lettera inviata dal Presidente Confesercenti Città di Firenze, Santino Cannamela al Sindaco Dario Nardella ed all’Assessore allo Sviluppo Economico Cecilia Del Re, si mettono insieme, alla vigilia dell’approvazione delle modifiche al regolamento “Misure per la tutela, il decoro del patrimonio culturale del Centro Storico” una serie di proposte che mirano a migliorare, a giudizio di Confesercenti, l’impianto normativo proposto da Palazzo Vecchio.
"Confesercenti, in rappresentanza delle piccole e medie imprese commercio e turismo della città - spiega una nota - non si sottrae al confronto, anzi rilancia con una serie di osservazioni che, se accolte, contribuirebbero non poco a coniugare l’interesse delle attività con l’esigenza di porre un argine, in qualche modo, al progressivo depauperamento dell’identità cittadina. In tale contesto, riteniamo che preservare un certo tessuto economico ed artigianale e di Firenze dall’assalto dei processi di globalizzazione e standardizzazione dell’offerta commerciale resti,ancora nel 2017, un obbiettivo primario da perseguire con impegno e perseveranza".
Di seguito la lettera inviata a Palazzo Vecchio -
Oggetto: osservazioni sulle ipotesi di modifica Regolamento “ Misure per la tutela, il decoro del patrimonio culturale del Centro Storico”.
Con l’incontro di Venerdì 10 Marzo si è aperta una fase di confronto, a nostro parere opportuna, allo scopo di migliorare e rafforzare i provvedimenti del cosiddetto “ Regolamento Unesco”.
Diciamo subito che la definitiva approvazione della Legge Franceschini sulla tutela del nostro patrimonio culturale ed artistico, costituisce una novità importante e che l’Amministrazione Comunale fiorentina bene ha fatto ad utilizzare tale opportunità per dare struttura e forza ai diversi tentativi di intervenire sul commercio nell’area Unesco allo scopo di contrastare la banalizzazione ed omologazione dell’offerta commerciale e di servizio.
Un obiettivo che sin dall’inizio abbiamo condiviso pur nella consapevolezza che il quadro normativo non consentiva particolari forzature . Dobbiamo essere per questo consapevoli del fatto che la Legge Franceschini può supportare provvedimenti, assolutamente importanti, di divieto e limitazioni, ma non risolve il problema degli strumenti per gestire, orientare e guidare i processi e le dinamiche di un commercio che a prescindere da tutto è oggetto di cambiamenti continui.
L’assenza di autorizzazioni amministrative dunque non può essere purtroppo sostituita da provvedimenti di divieto, o limitazioni generalizzate.
Abbiamo ascoltato le idee e le proposte dell’Amministrazione comunale e ci poniamo verso di esse con l’intenzione di portare un contributo e renderle funzionali allo scopo e gestibili nella loro applicazione.
Blocco delle nuove aperture di alimentari e somministrazione
I numeri che hanno caratterizzato questi ultimi anni e la presa d’atto che gli sforzi fatti sul piano delle regole urbanistiche e i successivi provvedimenti annonari, non hanno sortito l’effetto sperato di un rallentamento delle aperture e di una importante selezione all’ingresso, con il conseguente miglioramento della qualità dell’offerta e del servizio, ci portano a condividere la proposta di un blocco triennale delle nuove aperture del settore alimentare e della somministrazione nell’area Unesco.
Non siamo tra quelli che hanno parlato di una sconfitta, perché in queste materie non è mai scoppiata una guerra e non c’è un nemico. Siamo impegnati nella ricerca di un quadro normativo in grado di salvaguardare un commercio di qualità ed evitare la totale banalizzazione dell’offerta indotta da una prevalente domanda turistica.
Pensiamo che tale blocco debba essere colto come una pausa di riflessione e il tempo sia utilizzato a pensare a strutturare un quadro di norme comunali articolato e coerente, rafforzando quelle di carattere urbanistico e affinando quelle puramente amministrative fatte di divieti, limitazioni ma anche di requisiti.
Un lavoro che deve sempre tenere presente l’applicabilità e la facilità di controllo e di verifica sull’effettivo rispetto di quanto viene previsto dai regolamenti. Richiamo non banale, dato che uno dei limiti che abbiamo riscontrato nell’applicazione dell’attuale norma, sulla tutela del centro storico patrimonio Unesco, è stato proprio nel numero di verifiche effettuate dagli addetti al controllo che non supera il 20% delle scia.
In questo senso la conferma che gran parte dei nuovi assunti nel Corpo di Polizia Municipale sarà impiegato nella polizia annonaria, ci rende assolutamente soddisfatti, poiché questo potrà rendere possibile un contrasto serio ed esteso su i tanti fenomeni di abusivismo presenti particolarmente nell’area Unesco.
Trasferimenti all’interno dell’area Unesco
L’ipotesi è quella di indicare una serie di luoghi all’interno dell’Area Unesco, nei quali prevedere delle limitazioni ai trasferimenti in ingresso, in modo specifico per le attività alimentari commerciali ed artigianali, lasciando invece libera la possibilità di trasferirsi alle attività di somministrazione.
Le aree in questione sono state esemplificate in Piazza Duomo, Piazza Signoria.
Due sono le osservazioni che in questa sede facciamo. La prima è relativa al fatto che si intravede l’obiettivo che l’Amministrazione intende perseguire, ovvero quello di evitare il trasferimento in luoghi estremamente identitari di paninerie, pizze a taglio e fast–food in generale.
Un obiettivo di per se condivisibile se, seconda considerazione, non rischiasse di essere discriminatorio verso tutte quelle attività che sono alimentari ma assolutamente di pregio e rispettose della nostra tradizione e di un alta qualità.
A nostro parere occorre pensare e lavorare affinchè questa norma sia accompagnata da criteri selettivi, proprio per non apparire e anche essere discriminatoria.
Vincoli merceologici ad alcune strade
Come abbiamo espresso in sede di incontro, l’ipotesi di prevedere un elenco di strade per le quali inserire un vincolo di carattere tipologico e merceologico, ci trova assolutamente favorevoli. L’idea che si possa allargare la norma applicata per Via Tornabuoni e per Ponte Vecchio a Via Maggio , Via de’ Fossi e L.no Corsini, può essere percorsa.
Detto che queste proposte portano con se motivazioni coerenti, riteniamo sia opportuno creare un momento specifico di comune riflessione allo scopo di individuare se vi fossero altre realtà urbane che possano essere trattate in modo simile.
Abbiamo fatto l’esempio di Via S. Spirito ma la portata del provvedimento richiede una riflessione supplementare e collegiale, allo scopo di cogliere tutte le eventuali specificità.
Modifiche al Titolo II del Regolamento Unesco in materia di contrasto all’abuso di sostanze alcoliche nel centro storico e altri comportamenti che incidono su decoro e sicurezza.
Relativamente alla ventilata ipotesi di modificare gli orari indicati nell’attuale regolamento, riteniamo che siano già estremamente limitanti, rispetto alla normativa nazionale di riferimento e dunque pensiamo debbano essere mantenuti così, come stabiliti dal regolamento, senza alcuna modificazione.
Tra le cose introdotte nel dibattito dall’Amministrazione comunale vi è l’ipotesi di inserire nel regolamento l’uso di Stewart da parte degli esercizi di somministrazione, anche in forma associata in funzione della gestione degli assembramenti e dunque per contrastare i possibili eccessi di rumore sulla strada e nelle piazze.
Si tratta di un tema complesso che dobbiamo inquadrare con la massima precisione. La nostra Associazione è stata la prima a proporre codici di autoregolamentazione, patti tra istituzioni e locali serali in funzione di responsabilizzare, con comportamenti virtuosi, le attività di somministrazione ed infine a proporre un progetto sperimentale di monitoraggio del territorio, tramite la presenza di Stewart in funzione antidegrado e come deterrente verso comportamenti che possono pregiudicare la percezione di sicurezza da parte dei cittadini.
Se da un lato ci fa molto piacere che l’amministrazione comunale valuti positivamente l’esperienza realizzata, tanto da volerla riprendere in modo più strutturato, non potremmo condividere l’ipotesi di introdurre nelle normative in materia un qualche “obbligo” per i locali di somministrazione di utilizzare queste figure in funzione antirumore.
Tale ipotesi si scontrerebbe con il principio più volte affermato e rafforzato da una serie importante di sentenze che i titolari degli esercizi di somministrazione sono responsabili del rumore direttamente prodotto dall’interno della propria attività, compreso le pedane esterne, ma non di quello generato dalla autonoma presenza negli spazi pubblici di persone.
Nell’attuale disciplina è anche definito che nelle responsabilità si possa forse ricomprendere la presenza di persone all’esterno del locale, con contenitori di vetro riconducibili alla proprietà ( bicchieri di vetro), ma non certo l’indistinto mondo che passa più o meno per caso e che si ferma a parlare.
Pensare dunque ad introdurre una qualche forma di obbligo all’utilizzo degli Stewart non sarebbe in linea con le normative nazionali in materia.
Siamo invece assolutamente convinti che molte nostre aziende sarebbero disponibili a partecipare ad iniziative e progetti promossi dalla Amministrazione comunale, per la strutturazione di un servizio di Stewart in alcune e circoscritte zone della città, nelle quali si registra l’esigenza di una azione preventiva antidegrado e di un controllo del territorio, per aiutare le forze dell’ordine a garantire la sicurezza.
Ad un tale progetto aderiremmo in modo convinto ed impegnato, allo scopo di contribuire con le nostre imprese al successo dello stesso.
Negozi Storici
In occasione di questa nuova fase di discussione intorno alle misure per la tutela e il decoro del patrimonio culturale del centro storico , non possiamo esimerci dal sottolineare come sia assolutamente necessario assolvere alle disposizioni previste dall’Art.5 ( negozi Storici).
Alcuni recenti provvedimenti assunti dalla Amministrazione comunale come quello che prevede lo sconto IMU sugli immobili sede di esercizi storici , impone l’adozione del disciplinare previsto che doveva essere concordato con la soprintendenza entro 90 giorni.
Tali forme di incentivo oggi sarebbero disponibili solo per una parte di imprese, ovvero solo quelle che avevano a suo tempo richiesto di essere riconosciute negozio storico e precluse a tutti quelle che pur avendo le stesse caratteristiche non si erano preoccupate di fare quella richiesta.
L’occasione del disciplinare è quella giusta per poter discutere e condividere le caratteristiche che ai giorni nostri possono classificare un negozio storico e tradizionale. Chiediamo dunque che si proceda ad inserire nel dibattito anche questo tema che ci pare componente essenziale delle politiche di tutela.
Per concludere questa nota, vorremmo esprimere il nostro sostegno all’azione dell’Amministrazione comunale in questo impegno per la tutela di questo grande patrimonio immateriale che sono il commercio e le attività economiche caratteristiche e tradizionali; un impegno al quale vogliamo contribuire consapevoli che sarebbe opportuno che nelle norme nazionali, il tema della tutela dei centri storici si traducesse anche in una specifica normativa che deroghi dalla totale deregulation subita dal comparto, pensando a possibili e nuove tipologie di autorizzazioni, limitatamente alle zone soggette a tutela.
Cordiali saluti,
Il Presidente Confesercenti
Città di Firenze
Santino Cannamela
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