“Mi sono sentita molto sola. Molti colleghi con cui avevo relazioni cordiali mi hanno tolto il saluto”. Lo ha detto il sostituto procuratore di Firenze Ornella Galeotti, che ha condotto l’inchiesta sugli abusi, durante la sua audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla comunità del Forteto.
“Io ero considerata il soggetto deviante nell’ambiente fiorentino. Ho visto cose a questo processo che non ho visto neanche in Calabria. Pressioni e atteggiamenti che non ho mai ritrovato” ha proseguito il magistrato parlando delle difficoltà lavorative che si erano create a causa dell'inchiesta .
“A Firenze è stata molto dura. Dal 2014 ho avuto l’appoggio del Procuratore Capo di Firenze che ha dato segni di presenza nel processo - ha dichiarato rispondendo ad una domanda del deputato Mugnai (FI). “Ci sono stati dei colleghi, pochi, ma che mi hanno sostenuto sul piano personale” ma “complessivamente c’era la sensazione, e mi è stato anche detto, che era tutta una sciocchezza”. E “anche dopo la sentenza nessuno si è mai domandato se aveva fatto un errore” ha concluso il magistrato.
"Ho un documento che testimonia come ad un certo punto per ragioni ignore nel Cda della cooperativa agricola de il Forteto - ha aggiunto il sostituto procuratore rispondendo alle domande del deputato Donzelli (FdI) - entra Giovanni Malpica, cioè il fratello del più noto Malpica direttore del Sisde, che in quel momento era sotto processo. E' stata un circostanza che mi ha molto suggestionato".
"Proprio in questa fase abbiamo pensato alle intercettazioni telefoniche e ambientali - ha dichiarato la pm Galeotti - e abbiamo scoperto che il Forteto aveva un livello di sicurezza delle intercettazioni altissimo". "Scelsi di non intercettare le utenze ufficiali - ha aggiunto - perchè erano così armati, sicuri della protezione del Forteto e prudenti che non sarebbe convenuto".
"Le pressioni non sono arrivate dalla politica - ha dichiarato - ma non mi sembra nè utile nè significativo dirlo qui a voi. Diciamo che erano modalità molto scivolose, un po' lumacone, per arrivare a stipulare degli accordi con il collegio di difesa di Fiesoli. La Procura ovviamente non ha ceduto ed è tutto proseguito senza conseguenze". "Se fossero nomi significativi ve li direi - ha proseguito - sennò si rischia di parlare di pettegolezzi".
"C'è stato un atteggiamento per cui sembrava che il processo si dovesse svolgere secondo le idee di qualcuno, che non accettava che potesse succedere qualcosa d'altro" ha proseguito il magistrato.
Nella foto: Rodolfo Fiesoli, fondatore del Forteto e condannato in via definitiva a 14 anni per gli abusi alla comunità del Forteto
L'intervista esclusiva a Rodolfo Fiesoli prima dell'ultimo arresto
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