Oggi (ieri ndr) inizia il lavoro nel Salone secondo l'accordo tra Comune di Firenze e National Geographic Society - scrive in una nota la stessa National Geographic - Durante gli ultimi due giorni il team di ricerca della Battaglia di Anghiari ha lavorato a stretto contatto con i restauratori dell'Opificio delle Pietre Dure, rinomato in tutto il mondo, per esaminare l'affresco del Vasari e per identificare i potenziali punti di entrata dell'endoscopio. Questo sforzo collaborativo, guidato dal direttore del progetto di ricerca scientifica Maurizio Seracini, assicura che venga mantenuto il più alto livello di protezione possibile per l'opera del Vasari". Infine "Un grazie viene rivolto alla sovrintendenza dei beni artistici e alla sovrintendenza dei beni archeitettonici per il loro supporto del progetto.
Aggiornamenti sulle scoperte durante questa fase di ricerca verranno fornite quando il lavoro sarà completato, anche se per avere un'analisi completa delle immagini e dei dati raccolti potrebbero passare alcune settimane". Nonostante le rassicurazioni la storia della lettera di rimostranze della responsabile restauri pitture murali dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Cecilia Frosinini, indirizzata alla Acindini ha dato adito, com'era compresnsibile, a preoccupazioni per l'affresco vasariano che presumibilmente celerebbe quello di Leonardo. Per intervenire sarà necessario operare dei microfori sulla pittura e attraverso questi inserire la sonda e la telecamerina. Un procedimento "invasivo" l'ha definito la Frosinini che per questa ragione si è sollevata dall'incarico di sovrintendere i lavori di ricerca. "La Soprintendenza per i beni storico-artistici della Città di Firenze e l'Opificio delle Pietre Dure sono due enti che devono, innanzi tutto, tutelare i beni culturali, non metterli a rischio" - dichiara il gruppo Pdl - E' inimmaginabile poter ‘piegare’ agli interessi di una ricerca più mediatica che scientifica le regole dettate chiaramente dalla Costituzione della Repubblica Italiana e dal Codice dei Beni Culturali e paesaggistici, giacché sono previsti degli ‘strappi’ - se pur piccoli - dell'affresco del Vasari. Noi - continuano i consiglieri di centrodestra - auspichiamo che si possa recedere dalla decisione di utilizzare metodi invasivi, considerato che l'operazione, allo stato attuale, porta benefici evidenti solo alla National Geographic Society. Nel caso in cui l'indagine proseguisse arrecando danni alle pitture murali di Giorgio Vasari, il sindaco Renzi dovrebbe assumersi una grave responsabilità e rispondere davanti al mondo scientifico e artistico dell'eventuale scempio. Senza contare le risposte che, a livello politico, dovrà dare alla città di Firenze”.
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