Le istituzioni si occupino di prevenzione e perseguano chi gestisce situazioni di schiavitù. Ma spetta alle imprese e ai consumatori farsi carico di rifiutare il prodotto di lavoro svolto in simili condizioni.
E' uno dei concetti toccati dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nell'omelia di ieri durante la quale si è riferito alla 48/a Giornata della pace e alle parole in proposito del Papa, che ha parlato anche della "positiva constatazione che non mancano iniziative di contrasto e soprattutto di accoglienza e accompagnamento delle vittime".
"E' necessario anche - ha aggiunto Betori - fare pressione sulle istituzioni nazionali e internazionali, perché attuino politiche di prevenzione, di protezione delle vittime, di azione giudiziaria nei confronti dei responsabili". Ma per l'arcivescovo "responsabilità ricadono anche sulle imprese e sugli stessi consumatori, che sono invitati a rifiutare prodotti frutto di un lavoro svolto in condizioni di schiavitù. A tutti il Papa chiede di non rendersi complici di questo male, di non voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità, ma di avere il coraggio di toccare la carne sofferente di Cristo, che si rende visibile attraverso i volti innumerevoli di coloro che egli stesso chiama 'questi miei fratelli più piccoli'". (ANSA)
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