La notizia ha fatto il giro dei quotidiani locali e ancora di più ha attirato l'attenzione del pubblico del web. Un'azienda d'abbigliamento pratese, la Davi è in cerca di personale per il suo nuovo punto vendita e così pubblica, o almeno ci prova, un annuncio che recita 'Cecasi commesso, meglio se gay" e scoppia la polemica. "Predisposizione che un gay ha nella vendita" e "sintonia con l'universo dell'abbigliamento femminile"sono le motivazione addotte dallo stesso direttore della Davi, Danilo Zanna.
Una discriminazione figlia dei nostri tempi, o più semplicemente un banale luogo comune?
A propendere per la seconda delle ipotesi sono gli esponenti dell'Idv della Provincia di Firenze Alessandro Cresci (residente a Pontassieve) e Tessa Lulli.
"Risponderò anch'io all'annuncio" dichiara provocatoriamente Cresci, "suppongo che sia una trovata pubblicitaria, ma per me rimane una buffonata. Dovrebbero vergognarsi invece che insistere su questo tipo di messaggi. [...] è assolutamente falso che esser gay voglia dire essere esperti di moda. Facendo così forse vogliono relegare gli omosessuali a certi tipi di lavoro, una specie di macchietta stereotipata. Non scordiamoci che per le assunzioni esistono delle leggi che non discriminano né in positivo, come vorrebbero far intendere in questo caso, né in negativo i lavoratori in base alle loro condizioni personali." "Vorrei ricordare al Signor Zanna, ideatore di questo annuncio per soli gay, - continua Cresci - che gli omosessuali possono essere bravi o cattivi commessi come essere bravi o cattivi medici, ragionieri, operai, meccanici o dirigenti d'azienda." "Se per esser assunti dalla sua azienda - conclude Cresci - bastasse esser gay potrei un domani scrivergli anch'io così avrei un lavoro vicino casa invece che spostarmi tutti i giorni da Pontassieve a Firenze per recarmi alla mia ventennale occupazione nel settore ricambio autoveicoli evitando così di occupare, se vogliamo seguire questi cliché, un posto, forse, più adatto a eterosessuali. Peccato solo che non sono certo un esperto di moda. Ma forse ha proprio ragione il Signor Zanna, che precisa di non esser gay, il buon gusto non è certo da eterosessuale se tutti fossero come lui."
“Queste corbellerie accadono quando si ha troppo tempo per stare davanti alla televisione generalista a farsi inculcare stereotipi d'oltreoceano sulla vita dei gay stile 'will and grace' è invece il commento di Tessa Lulli, membro commissione Pari Opportunità Provincia di Firenze. "Sono decenni che le donne italiane sono costrette a combattere contro stereotipi nostrani ruspanti come 'la brava mogliettina' 'la brava cuoca' 'l'angelo del focolare' 'la brava mamma' 'la spietata donna manager', cortesemente che si risparmi agli omosessuali questo miserabile stereotipo con cui combattere per i prossimi decenni. Grazie."
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