Che si trattasse di un'opera di estrema perizia e di alta ingegneria è ormai noto a tutti. Ma che la Cupola di Santa Maria del Fiore contenesse al suo interno un vero e proprio tentativo di depistaggio da parte del suo stesso artefice, non era fino ad oggi mai balzato all'occhio degli studiosi. Filippo Brunelleschi sembra aver escogitato un vero e proprio stratagemma per 'proteggere' il segreto che tiene in piedi l'enorme struttura da piu di cinque secoli.
Il professore-architetto Massimo Ricci, studioso da anni della Cupola, esporrà stasera nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio in diretta streaming mondiale i risultati dei suoi studi mostrando tra le altre cose la pergamena di Giovanni di Gherardo da Prato, unico documento tecnico, contemporaneo alla costruzione della cupola, composto da testo e disegni. Nessuno studioso finora era mai riuscito a decifrarne il contenuto per via, della complessita del linguaggio. O almeno questa era la spiegazione che tutti si erano dati, in realtà il segreto della cupola del Brunelleschi e quello della pergamena vanno a braccetto. "Solo dopo aver capito la tecnica costruttiva sono riuscito a leggerla e studiarla - dice il professor Ricci - improvvisamente mi è diventata intelleggibile". Partendo da una serie di osservazioni dirette e da un modello in miniatura, il professor Ricci è riuscito a scoprire il modo in cui sono stati posti i mattoni e come, una volta completata l'opera, il Brunelleschi abbia deciso di porre dei 'mattoni per le allodole' - come il professore stesso li definisce - atti a depistare ogni tentativo di comprensione della statica delle vele.
La tecnica della 'spinapesce', fondamento portante della Cupola, capace di scaricare su sè stessa il peso di tutta la copertura, è in realtà il vero segreto del Brunelleschi. Ciò gli permise di mettere in cantiere la struttura senza l'ausilio di armature in ferro e senza l'uso del cemento armato come invece qualche studioso ha recentemente sostenuto; "è tutto in mattoni" afferma con sicurezza lo studioso. Solo una malta arricchita di elementi inerti, a tenere incollati i mattoni gli uni gli altri, malta che una volta asciutta ha consentito ai mattoni di non crollare e alla cupola di assestarsi.
Avvalendosi di una sonda molto sofisticata messa a disposizione dalla Multinazionale Olimpus e posta nel 'cuore' del monumento, il professor Ricci ha potuto inoltre apprezzare l'ottimo stato di conservazione dei mattoni, particolare determinante per la futura conservazione del capolavoro. A completare la descrizione dell'opera del Brunelleschi, saranno mostrati al pubblico alcuni modellini delle macchine che via via lo stesso artista inventò per costruire la Cupola; particolare risalto sarà dato ad una 'nave da carico' mossa da energia eolica e da vere eliche capace di trasportare blocchi di marmo via fiume in un tempo dimezzato rispetto alle precedenti modalità di trasporto. "E' il primo caso al mondo di copyright": un'imbarcazione da lui modificata e autofinanziata e come si direbbe oggi 'data in gestione' al Comune, previo pagamento di una percentuale sul carico trasportato, calcolato al quintale. Qualora però la nave fosse stata 'copiata' il Comune si sarebbe dovuto fare carico di "abbruciarla".
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