Silvio Berlusconi si presenterà questa mattina a Montecitorio per chiedere la fiducia al Parlamento, ad ascoltarlo ci sarà la sola maggioranza. Tutti i deputati dei partiti d'opposizione usciranno dall'aula al momento del discorso. La richiesta da parte loro è una sola: "dimissioni".
Il dato politico che si coglie a volo è la compattezza degli avversari del Cavaliere, che attaccano all'unisono: "Quella di Berlusconi è una farsa", proprio mentre il presidente della Repubblica chiede risposte concrete e sembra mettere seriamente in discussione la possibilità dell'esecutivo di andare avanti. Per la prima volta nella storia del Parlamento repubblicano è stato bocciato il Rendiconto generale dello Stato.
Il PdL tende a minimizzare, parla di incidente di percorso, di distrazione e, d'accordo con la Lega, si appresta a votare per la 51° volta la fiducia al governo. L'asse portante della maggioranza però inizia a scricchiolare, il Carroccio ha annunciato il voto contrario alla legge sulle intercettazioni e ribadito il suo no all'ipotesi di un nuovo condono. L'obiettivo parrebbe ormai quello di arrivare a gennaio per poi preparare le elezioni anticipate. La fine della legislatura appare sempre più un miraggio.
La fiducia, nonostante l'Aventino, si otterrà, anche se dopo il gesto dimostrativo, i deputati dell'opposizione rientreranno in aula per votare contro il governo. Come in un film già visto la maggioranza continuerà a ripetere che non ci sono alternative all'attuale esecutivo, ignorando i sondaggi, che danno la coalizione PD-Idv-Sel vincente, Milano docet. Resta ora da capire se Bersani avrà il coraggio di proseguire la strada indicata dagli elettori, o se si sposterà al centro, verso Casini. Pier il 'bello', come lo definì il Cavaliere all'epoca della sfida con Rutelli, (proprio per fare da contraltare al 'piacione'), esercita sempre un certo fascino, a destra e a manca.
Dal canto suo il PdL, un tempo partito caserma, scopre il dibattito interno, oltre ai frondisti di Scajola, (scontato il suo sì alla fiducia), deve fare i conti con un ministro dell'economia sempre più distante dal resto del governo.
"Tremonti che non vota il Rendiconto? Come se ci fosse un'orgia ed io non ci andassi", scherza Fiorello imitando il premier. Ma dopo 'Forza gnocca' nessuno si sarebbe stupito se a proferire le suddette parole fosse stato Silvio Berlusconi in persona.
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