Il prossimo 5 febbraio a Firenze alla presenza del ministro Giorgia Meloni si celebrerà la giornata della memoria in ricordo delle vittime delle Foibe. La campagna di volantinaggio promossa dai ragazzi di Casaggì non ha mancato di destare polemiche. Se la notizia fosse confermata si tratterebbe di un grave episodio di intolleranza quello avvenuto stamane all'Istituto Superiore Salvemini, tanto più che a commetterlo sarebbe stato un docente. Pare infatti che mentre alcuni studenti distribuivano volantini per spiegare ai loro colleghi il significato della "Giornata del Ricordo", il docente li avrebbe presi a male parole. Torselli (PdL) e Scatarzi (Giovane Italia) affermano: "Bassezze senza uguali che fortunatamente, o sfortunatamente per chi ama questa città, possono accadere solo a Firenze". I primi di febbraio ogni anno si tiene il corteo commerativo per ricordare i martiri delle foibe e le migliaie di persone costrette all'esodo dalla barbarie titina, avvenuto subito dopo la seconda guerra mondiale. E' un fatto che già in altre occasioni si sono verificati episodi incresciosi come quello dello scorso febbraio a pochi passi da Largo Martiri delle Foibe, luogo in cui si conclude abitualmente la manifestazione del ricordo. Quel giorno, contemporaneamente alla manifestazione commemorativa, in piazza della Costituzione si concentrava il contropresidio voluto da tutte le frange dell'estrema sinistra cittadina e regionale. L'intolleranza di questi ultimi si esprimeva con slogan e con l'inno sovietico "sparato" a tutto volume. "Ma questa volta il fatto è di ben altra gravità, essendo i protagonisti non dei diciassettenni infervorati dalla militanza politica, ma professori in piena attività nella scuola in questione. Il fatto è gravissimo - continuano i due esponenti - e merita una condanna unanime di tutta la città, nonché un intervento diretto del Provveditorato agli Studi: non è accettabile sentire dei docenti insultare dei ragazzi ed invitarli ad andarsene da quella che è anche la loro scuola. Il professore in questione, purtroppo ben accompagnato da alcuni suoi colleghi non nuovi a questo genere di pagliacciate, ha addirittura ritardato l'orario di inizio delle sue lezioni, recando quindi un danno anche agli studenti assolutamente disinteressati alla diatriba, pur di restare in mezzo alla strada a schiumare rabbia contro i militanti di Casaggì e della Giovane Italia che, decisamente più maturi del docente, hanno proseguito in silenzio la propria attività. La vicenda - concludono Torselli e Scatarzi - finirà sulla scrivania del Provveditore e su quella del Ministro Gelmini, questo clima di intolleranza è inaccettabile, soprattutto se proveniente dal corpo docente".
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