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Alle Oblate "Viaggi e pellegrinaggi tra Medioevo e Rinascimento"

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Immagine articolo - italia domani

Oggi pomeriggio si è tenuta presso la biblioteca delle Oblate in via dell'Oriuolo una lezione della professoressa Mariarosa Masoero dell'Università di Torino, presentata da Mario Guglielminetti dell'associazione Cultrack e Simone Siliani della Cooperative Archeologia. Il tema trattato è stato quello del viaggio con la lettura di alcuni brani tratti dalla raccolta di testi "Viaggi e pellegrinaggi tra Medioevo e Rinascimento" di Jean Boucher e di altri autori. L'età d'oro del pellegrinaggio parte dall'ultimo ventennio del 300 e arriva fino al 500. Le mete principali erano Roma, Santiago e Gerusalemme, il viaggio afferma la prof.ssa "si compiva con il corpo, ma attraverso il cuore e la mente". Non sono solo religiosi coloro che si recano nei luoghi sacri, ma anche laici, per motivi mercantili o militari. Ad esempio Roberto da Sanseverino si recò a Gerusalemme per effettuare uno spionaggio militare in caso di una nuova crociata. La partenza verso la Terra Santa avveniva sempre da Venezia, addirittura importanti famiglie veneziane avevano dato vita a vere e proprie compagnie di viaggio per il trasporto dei pellegrini. I periodi dell'anno in cui si svolgevano i pellegrinaggi erano due: a marzo con ritorno a maggio e a settembre con ritorno a novembre, per evidenti motivi climatici. Due erano anche gli itinerari, il primo riguardava solo i luoghi neotestamentari, il secondo anche i veterotestamentari con la visita dell'Egitto e del monte Sinai. L'imperativo categorico dei pellegrini era scrivere, bisognava prima di tutto raccontare il viaggio a chi non sarebbe mai potuto recarsi nei luoghi simbolo della fede. Molto interessante la guida fatta da Francesco Petrarca per l'amico Mandelli che l'aveva invitato a partire con lui verso Gerusalemme, ma il grande letterato soffriva di mal di mare e oppose un netto rifiuto, suggerendo però all'amico un percorso tirrenico alternativo sulla falsa riga dei classici e di suo "padre" Virgilio che toccava Napoli, Cuma, Capo Palinuro. Esilaranti infine i consigli dei pellegrini che invitavano a portare con se tre sacchi: uno pieno di pazienza, visti i disagi sempre legati a qualsiasi viagio, un'altro pieno di ducati e l'ultimo pieno di fede.

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