''C'e' la bellezza nella tragedia, no? Anche la tragedia ha la sua bellezza, il tatuaggio e' un po' cosi''. Oliviero Toscani non si sbilancia nonostante sia a Firenze, nella sede dell'ex tribunale in piazza San Firenze, a celebrare una sorta di processo al tattoo con tanto di gabbia e 'imputati'. L'iniziativa e' stata organizzata ieri, in concomitanza con Pitti Immagine Uomo, per presentare i 12 tatuaggi fotografati da Oliviero Toscani che rappresentano i mesi del calendario 2013 'Questione di Pelle' del Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale. Nel Processo ai Tattoo pubblico ministero era Philippe Daverio, avvocato difensore Oliviero Toscani, presidente di giuria Simone Remi e tra gli imputati i Club Dogo. ''Interessante questa rincorsa a rifarsi, dipingersi, vorremmo capire se tutto cio' ha un senso estetico'', ha esordito Toscani. Per Daverio, e' pratica ''negativa, da condannare''. ''Per l'architetto Adolf Loos - ha ricordato il critico d'arte - la decorazione e' un crimine. Il padre dell'architettura razionalista prendeva come esempio di primitivismo decorativo i tatuaggi dell'indigeni di Papuasia. Oggi, 100 anni dopo, in piena crisi del razionalismo torna la domanda fondamentale: Tattoo or not tattoo? That is the question''. Eccentricita' sociale, disobbedienza, devianza o atteggiamento aristocratico decadente: questo, ha poi ricordato Daverio, ha significato il tatuaggio nella storia. Poi, Toscani ha cominciato a 'interrogare' gli imputati, i ragazzi tatuati. Francesco, che s'e' tatuato con il consenso della madre, Saverio e gli altri. ''Non e' che lo si fa in un momento di scontentezza, per cercare un valore aggiunto?'', ha chiesto Toscani. I pareri sono rimasti discordanti ma alla fine, piaccia o no, per i giovani il tatuaggio e' ancora molto cool.
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