"Vogliamo poter controllare tutte le immagini video riprese dalle telecamere nelle strade.
Da queste immagini vedremo il volto dell'assassino di Ashley Olsen": così i difensori dell'africano Cheik Tidane Diaw, avvocati Antonio Voce e Federico Bagattini, commentano l'autopsia della 35enne americana trovata uccisa il 9 gennaio scorso nella sua casa di Firenze dopo una serata di sesso e cocaina con il senegalese e dopo che da qualche giorno non si sentiva col fidanzato a seguito di un litigio. Dall'autopsia emergono gli orari della morte di Ashley ricostruiti dai periti, un dato finora non disponibile per i difensori.
In particolare, la relazione dell'istituto di Medicina legale di Firenze inquadra l'orario della morte tra le 12 e le 12.30 del 9 gennaio scorso, nell'ambito di un range oscillante da tre ore prima a tre ore dopo, quindi fra le 9 e le 15 circa. Quindi "se la morte di Ashley Olsen è confermata tra le 12 e le 12.30 - spiegano i difensori del senegalese Cheik, arrestato per la morte di Ashley - in quell'orario Cheik Diaw è fuori dall'appartamento da tempo, da circa un'ora. Lui è uscito dalla casa alle 11.30 circa, come provano le immagini delle telecamere, dunque non può averla uccisa".
"La signora Olsen è stata strangolata - proseguono ancora i legali -, quindi la morte può essere avvenuta al massimo in due-tre minuti. E Cheik non era più nella casa. Perciò secondo noi è intervenuta sulla scena del delitto un'altra persona". "Dopo aver potuto disporre della relazione autoptica completa circa quattro mesi dopo i fatti, ora auspichiamo di poter visionare i filmati verificando chi sono le persone che circolano nelle strade vicino alla casa in quegli orari".
Quanto al trauma cranico, che però non avrebbe comunque causato il decesso, causato ad Ashley dall'aggressione del senegalese Cheik, la relazione autoptica lo colloca al massimo a due ore prima del decesso, cioè in un orario considerato tra le 10 e le 12.
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