I bilanci degli ultimi quattro anni del Comune di Firenze guidato oggi dal Sindaco Dario Nardella e negli anni di riferimento dall'attuale premier Matteo Renzi, a giudizio della Corte dei Conti, contengono "gravi irregolarità"
che comportano insieme "inosservanza dei principi contabili di attendibilità, veridicità e integrità del bilancio" e "violazioni in merito alla gestione dei flussi di cassa e alla loro verificabilità". Lo si legge in un'ordinanza della Corte datata 31 luglio, che fa seguito ad una precedente e analoga invita palazzo Vecchio "ad adottare entro 60 giorni i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e a ripristinare gli equilibri di bilancio", pubblicata oggi per stralci dal "Fatto Quotidiano". I giudici contabili danno atto all'attuale Giunta di aver "migliorato" rispetto alla gestione Renzi rispetto ad alcune contestazioni, ma denunciano la permanenza di falle censurabili. In particolare, viene denunciato come "la gestione di cassa nel triennio 2011-2013 ha evidenziato l'impiego di fondi aventi specifica destinazione per spese di parte corrente, non ricostituiti al termine dell'esercizio" mentre "potevano essere ricostituiti integralmente con gli incassi avvenuti nei primi mesi del 2014".
Nel dettaglio, vengono elencate "somme correnti depositate nei conti correnti per 5,5 milioni, trasferimenti ministeriali per il funzionamento degli uffici giudiziari per il 2011 e il 2012 per 28,6 milioni, contributi erariali per 5,7 milioni" che avrebbero dovuto essere ricostituite come riserve e che invece la Giunta Renzi ha speso altrove determinando "una sostanziale difficoltà nella gestione dei flussi di cassa" e mettendo a rischio
"l'equilibrio e la stabilità finanziaria dell'ente".
La Corte dei Conti, inoltre, contesta al bilancio degli ultimi quattro anni di palazzo Vecchio la "presenza consistente di residui attivi vetusti" (multe e tasse non riscosse) risalenti a prima del 2009 e che rischiano oramai di non essere più esigibili. E che la Corte chiede riconteggiare a bilancio come potenziali passività anzichè attività, poichè "la loro elevata incidenza percentuale comporta un potenziale rischio per la tenuta degli equilibri di bilancio negli esercizi successivi".
Questa la replica a Il Fatto Quotidiano dell'Assessore al Bilancio Lorenzo Perra - “Il titolo dell’articolo del Fatto Quotidiano, che virgoletta una supposta affermazione della Corte dei Conti toscana (“Renzi quattro anni di bilanci falsi”) è assolutamente falso e di grottesca fantasia”. È quanto dichiara l’assessore al bilancio Lorenzo Perra replicando a quanto pubblicato oggi dal giornale. Una replica puntuale che tocca i vari aspetti trattati nel pezzo.
“Nell’articolo si prende spunto da una pronuncia della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti (la n.121 del 22 maggio 2015) effettuata in merito Bilancio di Rendiconto 2013 del Comune di Firenze, a cui il Comune ha controdedotto il 13 luglio (ovvero entro i 60 giorni successivi, così come disposto dalla Corte). Tra i punti rilevati dalla pronuncia e riportati dall’articolo (la gestione di cassa con fondi aventi specifica destinazione non ricostituiti al termine dell’esercizio, e la vetustà dei residui attivi al titolo 1 e 3), le controdeduzioni del Comune si sono limitate ad argomentare quanto segue. Sui vecchi residui attivi (i crediti del Comune) esistono polizze fideiussorie a garanzia e fondi accantonati pari al 27,38% dei crediti, che già consentivano di rispettare la normativa (il Dl 95/2012). Si è fatto poi notare alla Corte che con il “riaccertamento straordinario dei residui” approvato dalla Giunta l’8 maggio 2015, il Comune ha costituito un fondo ancor più cospicuo per i crediti pregressi”. E proprio sul riaccertamento straordinario l’assessore Perra precisa che non è “un ‘correre ai ripari’ della giunta Nardella” (come scritto dall’articolo), ma “una previsione di legge a cui tutti i Comuni italiani sono stati obbligati da una (giusta) legge del 2009 e a partire dall’anno 2015”.
E ancora, “sulla cassa a fine anno non ricostituita è stato evidenziato alla Corte che sono stati tardivamente accreditati sui conti del Comune oltre 18 milioni da parte dello Stato, arrivati i quali nei primi giorni dell’anno 2014 la cassa era capiente alle esigenze di legge”.
“Su queste controdeduzioni ¬– sottolinea ancora l’assessore Perra –, la Corte il 30 luglio scorso ha preso atto dei provvedimenti adottati finalizzati dall’ente a rimuovere o ad evitare il ripetersi delle irregolarità. Non disponendo poi alcunché”.
L’assessore Perra aggiunge poi che “i 50 milioni di minori spese sul bilancio del 2015, che sono derivanti dal taglio di tasse locali, nazionali e la nuova norma sull’armonizzazione dei bilanci, e i miei virgolettati sul Patto di Stabilità per l’anno corrente, citati nell’articolo, non c’entrano un bel niente con il Rendiconto 2013 e con la pronuncia della Corte dei Conti. Chi conosce le norme di finanza pubblica lo sa bene”.
“I nostri uffici valuteranno estremi per azioni legali a tutela della onorabilità dell'ente e di chi lo ha amministrato e lo amministra” conclude l’assessore Perra.
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