L'ultima carta calata dal Comune di Firenze per riuscire a tenere la Fiorentina a giocare in un impianto cittadino fa felice Tiger Man (all'anagrafe il Presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi), che da mesi si batte per la ristrutturazione del Franchi, ma l'idea contenuta nella delibera d'indirizzo approvata dalla Giunta del Sindaco Nardella appare un puzzle complicatissimo e - qualora si ottenesse il via libera al restauro dello stadio di Campo di Marte - dai tempi biblici.
La teoria di Palazzo Vecchio è quella di consentire attraverso il project financing la ristrutturazione del Franchi a spese del Presidente Rocco Commisso garantendo inoltre l'edificazione di strutture extra impianto sportivo dove ora sorgono i cosiddetti “Campini”, il centro di allenamento della Prima Squadra. Gli altri impianti sportivi in concessione del quartiere non sarebbero toccati, mentre il Comune con fondi pubblici, per garantire la mobilità, si occuperebbe di realizzare un grande parcheggio tra via Campo d'Arrigo e la sede ferroviaria, la linea della Tramvia 3.2.2 Campo Marte – Rovezzano e, a seguito dell'ultimazione del Tunnel Alta Velocità, sfrutterebbe i binari di superficie per la cosiddetta ferrovia metropolitana.
Il disegno nelle intenzioni andrebbe sicuramente ad alleviare il caos generato dai mezzi privati in occasione delle partite interne dei gigliati, ma affinché tali infrastrutture possano arrivare ad essere ultimate i tempi sono a dir poco incerti.
La linea tramviaria che passa da Campo di Marte ed il Tunnel Alta Velocità ferroviario sono da decenni nei piani delle amministrazioni e dei governi, ma ad oggi, tra ritardi, fallimenti e scelte politiche, le due opere sono ben lontane dall'essere ultimate. Alla necessità di queste due infrastrutture strategiche si dovrebbero sommare il via libera per il parcheggio nell'area di proprietà di FS, oltre i lavori di riqualificazione di Campo di Marte (verde pubblico, piste ciclabili, interramento di viale Paoli, eccetera). Tutti questi interventi da parte del pubblico dovrebbero andare di pari passo con ciò che competerebbe al privato (l'ACF Fiorentina di Rocco Commisso), ovvero la ristrutturazione del Franchi e le cosiddette opere a compensazione dell'investimento (strutture commerciali, turistico-ricettive e direzionali nei pressi dello stadio).
Uno dei motivi per i quali nel 2012 la cosiddetta “variante Renzi” prevedeva il nuovo stadio alla Mercafir fu quello di “liberare i residenti di Campo di Marte dal caos generato in occasione delle partite”. Oggi, al contrario, non solo si prevede di lasciare lo stadio lì dove è, ma di aggravare il quartiere col carico di mobilità generato da attività extra partite che opererebbero 365 giorni l'anno, senza considerare che il traffico privato vedrà una viabilità già precaria ridursi ulteriormente, poiché sarà occupata dai binari della Tramvia 3.2.2.
Ipotizzando che la mobilità fosse miracolosamente risolta, quali costi dovrebbe affrontare Commisso? Intervenire su strutture architettoniche che (a prescindere da emendamenti, leggi e leggine) resteranno sempre sotto tutela, comporterà - per realizzare un impianto con una capienza di oltre 40.000 posti – soluzioni ingegneristiche dispendiose (rispetto all'edificazione ex novo).
Infine oltre ai beni monumentali bisogna considerare la tutela del paesaggio. Avvicinare le curve al campo e mantenere gli oltre quarantamila posti obbliga ad aumentare le altezze: sarà consentito edificare un catafalco a pochi metri dalle abitazioni di viale Fanti? Ricordiamo agli attenti lettori de Il Sito di Firenze che quando gli ex proprietari della Fiorentina decisero di riqualificare l'attuale centro sportivo si videro respingere il progetto che prevedeva, in luogo dell'attuale palestra, un edificio di 4 piani fuori terra “perché troppo incombente sull'area”.
Gli interrogativi sono molti. Di certo c'è che ad oggi il Presidente del Club viola non ha formalmente scelto quale strada percorrere, ma, in attesa di valutare le opzioni e ciò che offrirebbero ipotetiche nuove norme, lascia la porta aperta al restauro del Franchi o al trasferimento a Campi Bisenzio dal Sindaco Emiliano Fossi.
Prima che Commisso batta un colpo è arrivata un'altra grana per il Centro Sportivo a Bagno a Ripoli. È stata sequestrata (nella parte dei terrei che prima facevano parte dell'ex centro formazione ENEL) un'area delle dimensioni di un campetto da calcio. A seguito di un esposto, in Procura è stato aperto un fascicolo perché sarebbero presenti dei rifiuti speciali. Mentre procedono le indagini dell'ARPAT (Azienda regionale per la protezione ambientale della Toscana), la Fiorentina, a quanto si apprende, sarebbe totalmente estranea ai fatti (difficile ipotizzare che una volta acquisiti i terreni la Società viola li abbia inquinati). L'iter amministrativo per ottenere il via libera a costruire procederà regolarmente, magari ci saranno da sostenere i costi di bonifica e smaltimento delle terre inquinate, ma l'intoppo non dovrebbe incidere sui tempi.
Tempi che qualora Commisso scegliesse la strada del Franchi, come detto e ripetuto, saranno sicuramente lunghi. Ma non tutto il male viene per nuocere. In attesa di vedere ultimati Tramvia, Tav e ferrovia metropolitana non è da escludere che prima sarà già stato inventato il teletrasporto e quindi traffico e mobilità saranno un lontano ricordo. Certo, a quel punto, non sfruttare il teletrasporto per fare lo stadio negli USA, dove chi fa gli impianti sportivi prende i finanziamenti dai governi locali e non paga l'IMU, sarebbe un errore imperdonabile.
Donato Mongatti
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