Proteste in Toscana per la decisione di mettere all'asta la tenuta di Suvignano, a Monteroni d'Arbia, confiscata alla mafia e valutata circa 22 milioni di euro. ''Siamo profondamente rammaricati - afferma il sindaco Jacopo Armini - per la scelta dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati alla criminalita' di vendere al miglior offerente la tenuta di Suvignano, ben 19 anni dopo il complesso percorso di confisca che era stato concretizzato. Non intendiamo pero' arrenderci nel portare avanti la nostra battaglia a favore del rispetto della legalita'''. ''La messa in vendita della tenuta di Suvignano e' un grave errore, che mortifica un progetto di valore e l'impegno di questo territorio per affermare la cultura della legalita - e' il commento del presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini -. Mi auguro che la scelta di mettere all'asta Suvignano possa essere nuovamente scongiurata. Se cosi' non fosse, verrebbe meno un'occasione di riscatto civico e sociale per dare una nuova vita alla tenuta, a cui le istituzioni e le associazioni in prima linea, Arci e Libera, credevano e credono ancora tenacemente. Il futuro che abbiamo immaginato per Suvignano e' in quel progetto, ed e' un futuro che e' insieme simbolo e concretezza, recupero produttivo e affermazione di legalita' sul territorio''. ''Chiedero' con una interrogazione urgente al Ministro dell'interno di fare chiarezza sulla scelta dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati alla criminalita' organizzata, di vendere al miglior offerente la tenuta di Suvignano - assicura Federico Gelli, deputato del Pd e componente dell'ufficio di Presidenza della Fondazione Caponnetto. Sono fortemente contrario a questa decisione - aggiunge Gelli - perche' in questo modo si rischia di far tornare questo bene in mani criminali''.
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