"Il mio futuro e' adesso. Qualifichiamoci. Poi ci sara' tempo per fare ogni tipo di programma: con garbo e nettezza. Ma posso dire che nel caso dovessi dire addio come fece Lippi nel 2010 prima del Mondiale il mio futuro sara' chiaro per tutti.". In un'intervista al 'Corriere dello Sport', il ct della Nazionale Cesare Prandelli preferisce non parlare di quello che accadra', per quanto riguarda la sua carriera, dopo il Mondiale in Brasile. "Continuero' ad allenare, e' certo - spiega - l'estero? Non ho preclusioni per l'Italia, questo sia chiaro. Vorrei sicuramente un progetto per provare a vincere qualcosa". A Torino, contro la Repubblica Ceca, il 10 settembre Prandelli superera' Trapattoni sulla panchina azzurra: 44 a 43. "Davvero? Ma ve lo dico io: Trapattoni non si supera, in nessun campo", sottolinea l'ex tecnico della Fiorentina. Prandelli ripercorre questo periodo gia' vissuto sulla panchina azzurra: "Abbiamo fatto grandi cambiamenti, ma dobbiamo ricordare che giochiamo per ottenere dei risultati. Per questo, quando mi chiedono di Totti o di Del Piero o Di Natale ripeto che la porta resta aperta per loro. In Brasile serviranno 23 atleti, certamente, ma anche i migliori". Applausi per Insigne ("Con l'Argentina ha mostrato personalita'"), Verratti "ha pagato un fatto noto, da noi: ci si innamora delle novita', ma dopo 15 partite gli occhi con cui si guarda un giovane sono diversi"), Pirlo "puo' stordire chiunque in un confronto", l'Argentina "e' la piu' forte al mondo" mentre la Nazionale che puo' sorprendere e' "il Belgio". "Cassano? Lo seguiamo, con grandissimo interesse", cosi' come Rossi: "Lo aspetto", conclude.
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