“Quella che l’assessore Meucci definisce una ‘importante opportunità’ per la vendita dell’immobile del Teatro Comunale di via Solferino, sfruttando la ‘corsia preferenziale’ delle procedure semplificate, è in realtà la svendita di un immobile da anni inserito nell’elenco delle alienazioni con ben altra cifra rispetto ai 23 milioni di quest’ultima stima”. Questa la dichiarazione del vice capogruppo di Lista Galli Cittadini per Firenze Massimo Sabatini.
“Sicuramente faremo un’interrogazione per capire quali criteri siano stati usati per determinare la cifra ‘al ribasso’ di 23 milioni. Perché se è vero che è una buona notizia che le casse comunali vengano rimpinguate, non lo è altrettanto che lo si faccia svendendo un immobile di grande pregio come quello del nostro teatro, la cui base d’asta iniziale era di una cifra quasi doppia” ha aggiunto Sabatini.
Fa eco la consigliera di perUnaltracittà, Ornella De Zordo: “Apprendiamo che il primo atto deciso da Renzi sindaco con la giacca di segretario del Pd è quello di svendere da 40 a 23 milioni il Teatro Comunale di via Solferino. E lo fa grazie alla complicità della Cassa depositi e presiti che... si presta ad acquistarlo con i soldi del risparmio di tante famiglie depositato agli sportelli delle Poste.
Si tratta di un doppio inganno per la città. In primo luogo perché si svende a metà prezzo, era stato lo stesso Comune, infatti, a definire un prezzo di 44 milioni quando decise il trasferimento al Nuovo teatro dell'Opera alle Cascine. In secondo luogo perché si utilizza la Cassa depositi e prestiti, ricca di 235 miliardi di euro provenienti dal risparmio degli italiani, per una mera speculazione immobiliare.
perUnaltracittà sostiene da tempo - è tra i soggetti fondatori della "Campagna per una finanza pubblica e sociale" - che CDP debba tornare alle sue finalità originarie: un ente di diritto pubblico che non opera sul libero mercato ma raccoglie il risparmio delle persone, lo remunera con un interesse moderato e lo destina a finanziare a lungo termine e tassi agevolati le opere e i servizi pubblici locali che garantiscono i diritti di cittadinanza e la coesione sociale.
Ma la decisione di oggi è grave anche perché fa capire sin da subito che Renzi capo del Pd e prossimo Sindaco d'Italia non cambierà verso alle politiche economiche di destra che negli ultimi anni hanno affossato il bilancio pubblico dello Stato e mandato in crisi un intero Paese”.
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