Un'operazione mirata che ha avuto come obiettivo la repressione del traffico di shaboo, sostanza stupefacente sintetica, prodotta nei laboratori filippini. Secondo le fonti raccolte dagli inquirenti la droga ha ormai preso piede anche in Italia e i suoi effetti sono deleteri per il sistema nervoso. "L'astinenza è talmente pesante che spesso si pensa al suicidio", racconta una ragazza che ne ha fatto uso. Le indagini sono partite nel novembre 2009 con l'arresto per spaccio di Maurizio Manto, pizzaiolo palermitano di 38 anni. Aveva addosso 30 grammi di shaboo, pensare che il costo di un grammo varia da 500 a 800 euro. Da quel momento il telefono del pizzaiolo viene messo sotto controllo, gli uomini della Mobile diretti dal Filippo Ferri, coadiuvato da Alfonso Di Martino, responsabile della narcotici, scoprono il traffico illecito. Le chiamate del Manto arrivano all'altra parte del mondo, nell'arcipelago asiatico, dove risiede da tempo Emilio Ficetola, 49enne di origine marchigiana. A lui il palermitano fa regolarmente dei bonifici, oppure versa direttamente sul suo conto somme di denaro. Dal gennaio 2009 al novembre 2010, 36 i versamenti effettuati, pari ad un valore di circa 125.000 euro. In cambio il pizzaiolo riceveva la sostanza stupefacente inviata tramite normali corrieri. Lo schaboo infatti essendo inodore poteva tranquillamente essere nascosto in semplici plichi. Le indagini si fanno serrate, le intercettazioni permettono agli inquirenti di sapere quando Ficetola tornerà in Italia. La data fatidica arriva, nel giugno del 2010 sbarca a Malpensa. Ad attenderlo trova gli agenti di polizia che gli sequestrano mezzo chilo di shaboo, un record. L'epilogo questa mattina, una volta raccolti gli sciaccianti elementi probatori, su richiesta del pm Luigi Bocciolini, il gip Michele Barillaro ha emesso 7 ordinanze di custodia cautelare carceraia e disposto 11 perquisizioni domiciliari. Finiti in manette, oltre ovviamente a Manto e Ficetola (già in carcere), una coppia di Empoli: Romeo Vicencio di 41 anni e sua moglie Margie Rapisura di 39. Mauro Austria, detto Babù, filippino di 58 anni e Teodoro Daitingaling, detto Rudy, proprietario del ristorante 'Grillo Parlante', nonché campione di freccette, sport nazionale nelle Filippine. Altri 13 arresti sono stati eseguiti in flagranza di reato a Firenze, Empoli, Prato, Roma e Bologna durante le indagini. Hanno riguardato diversi cittadini filippini, all'apperenza innoqui badanti, in realtà incalliti spacciatori. Frantumato il luogo comune dei 'filippini buoni e laboriosi'.
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