Una moneta da 2 euro all'origine della protesta davanti al consolato sloveno. E' accaduto ieri nel pomeriggio, intorno alle 16:30, i militanti di Casaggi Firenze e della Giovane Italia hanno fatto sentire la loro voce di dissenso contro la recente decisione della Banca di Slovenia di coniare monete da 2 euro con l’effige di Franc Rozzman Stane, comandante titino compartecipe dei massacri di italiani lungo il confine orientale sul finire della Seconda Guerra Mondiale. “Stane – fanno sapere i dirigenti di Casaggì e della Giovane Italia – fu membro dell’XI Corpus Sloveno e successivamente comandante dello stesso,
passato alle cronache storiche per aver contribuito, direttamente o indirettamente, al massacro di migliaia di innocenti che, sul confine orientale, non vollero rinnegare la loro italianità".
"Questo gesto – dichiarano Marco Scatarzi, presidente cittadino della Giovane
Italia e Responsabile di Casaggì, ed Alessandro Draghi, presidente provinciale
della Giovane Italia e consigliere del PDL al Quartiere 2 - offende la memoria
dei nostri connazionali uccisi, massacrati e infoibati e rappresenta un
affronto dinanzi al quale l’Italia non può restare in silenzio. Avranno
certamente da festeggiare tutti coloro che, in questi anni, hanno fatto di
tutto per dimenticare e far passare come opere di revisionismo storico le
celebrazioni ufficiali del martirio delle foibe".
Sull’argomento è intervenuto anche il consigliere comunale del PdL Francesco
Torselli, che dichiara: “Far parte dell’Europa non può e non deve significare
soltanto far circolare liberamente delle merci, ma intraprendere un percorso
comune, che certamente non può essere leso dall’esaltazione di una persona che
si è resa protagonista di uno sterminio di massa. Il fatto, poi, che lo si
ritragga con la stella a cinque punte, va a rafforzare la volontà di esaltarne
l’orientamento politico, in barba ai crimini commessi e alle cicatrici, ancora
non rimarginate, che questi hanno lasciato”.
“Non è la prima volta – prosegue Torselli – che la Repubblica Slovena offende
con i propri atteggiamenti la memoria dei martiri italiani finiti nelle foibe
ed i 350.000 nostri connazionali costretti a fuggire dalle terre di Istria,
Venezia Giulia e Dalmazia. Se la Slovenia vuole stare in Europa, deve fare i
conti con il proprio passato e condannare le barbarie perpetrate da Tito, dai
suoi gendarmi e dalla dittatura comunista in genere, così come è stato
richiesto a molte altre nazioni”.
“La nostra azione – aggiungono Scatarzi e Draghi - va a rimarcare la nostra
contrarietà, da italiani, alla celebrazione di una figura che, sebbene per
qualcuno possa rappresentare un mito, per l’Italia incarna il ricordo di
orrendi crimini subiti e mai puniti, spesso dimenticati e ancora una volta,
purtroppo, ignorati. Per questo, oggi, abbiamo affisso dei manifesti sul
consolato sloveno: locandine che spiegano la nostra posizione in merito e che a
breve saranno distribuite in tutta la città”.
Torselli, Scatarzi e Draghi invitano poi i tanti italiani che non vogliono
dimenticare chi fu massacrato dall’odio dei comunisti titini a boicottare la
Slovenia quale meta per le vacanze estive: “Se esaltano chi ci ha massacrati –
fanno sapere - non saranno certamente dispiaciuti di perdere qualche migliaio
di turisti italiani”.
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