Pena aumentata da 18 a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato, è questa la sentenza pronunciata dalla seconda sezione penale della corte d'Appello di Firenze che ha condannato Giacomo Benvenuti, 42 anni, operaio di Fucecchio (Firenze) accusato di aver ucciso nel 2015 la moglie Marinella Bertozzi, 40 anni. I giudici del primo grado avevano condannato l'uomo, processato con rito abbreviato, a 18 anni di carcere riqualificando il reato in morte come conseguenza di maltrattamenti.
I giudici hanno condiviso il quadro accusatorio del pm Sandro Cutrignielli, che al primo processo aveva chiesto ergastolo ed isolamento per il Benvenuti che secondo l'accusa avrebbe percosso la vittima "con immane violenza" colpendola con calci e pugni, e secondo il pm anche con corpi contundenti, tanto da causarle numerose fratture ed emorragie interne.
La morte, in un primo momento era stata classificata come "naturale", a chiamare il 118 era stato Benvenuti, e solo dopo una denuncia del fratello della donna venne aperto un fascicolo e fatta l'autopsia durante la quale vennero trovati dal medico legale anche contusioni al cranio e al collo dovute a un possibile tentativo di strangolamento, e al torace, oltre a fratture delle costole oltre ai tanti calli ossei trovati, segno di percosse e colpi ricevuti nel tempo. Le indagini portarono a scoprire che Benvenuti per anni avrebbe sottomesso la donna fino a convincerlo a sposarlo nel 2013 riducendola in uno stato di totale soggezione.
L'avvocato Francesco Stefani, difensore di Benvenuti, ha annunciato ricorso in Cassazione, "dove sono convinto verrà riconosciuta l'illegittimità di certe prove riammesse in appello". Prove che, per il difensore di Benvenuti, "sono del tutto illegittime".
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