"La libertà vive nel rispetto dell'altro, riconosciuto a me uguale, sempre attenti alle esigenze della solidarietà". Così ieri l'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, nella sua omelia per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
"Non possiamo nascondere - ha detto Betori - che l'incontro con persone che vengono da Paesi lontani pone anche problemi di confronto e di convivenza tra culture. La difficoltà a comprendersi può creare muri difficili da abbattere, le incomprensioni generano gruppi sociali tra loro irriducibili, e in mondi chiusi possono inserirsi quanti non hanno interesse all'incontro ma al conflitto. Ne sono tragicamente testimoni i nostri giorni. Abbiamo bisogno di costruttori di ponti, di promuovere l'interesse a capire gli altri e le loro ragioni, di emarginare quanti invece sentono solo le ragioni dell'ostilità e dell'egemonia. Tutto questo ha il suo fondamento nel riconoscimento del valore e della dignità di ogni persona, nel rispetto di ogni convincimento, nel rifiuto di ogni violenza".
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