"E così il Comune svende le Gualchiere di Remole. Il complesso trecentesco, oggi uno dei più grandi esempi di archeologia pre-industriale d’Europa, viene messo all'asta per poco più di 2 milioni di euro". Lo dichiara la consigliera comunale Cristina Scaletti (La Firenze Viva).
"E il sindaco Nardella - prosegue - smentisce se stesso quando nel 2009 aveva detto di no alla sua alienazione abbracciando l'idea di farne il Centro internazionale sulle conoscenze tradizionali, un organismo prestigioso promosso dall’Onu e dall’Unesco.
Oggi decide di venderlo ai privati.
Al suo posto pare sorgerà un resort, con buona pace della storia di uno dei più antichi opifici di Firenze, risalente al 1300, al tempo proprietà dell’Arte della Lana, dove si trattavano i panni di lana sfruttando l’energia che derivava dai mulini mossi dall’acqua dell’Arno. Un raro esempio di industria medievale, che ha reso ricca l’Arte della Lana, così importante a Firenze e che nei secoli successivi è stato via via abitato. Fino a pochi anni fa, le Gualchiere di Remole erano un piccolo borgo abitato da famiglie e popolato di botteghe artigiane.
Domani le Gualchiere diventeranno uno dei tanti resort dove qualche investitore per 2 milioni di euro si porterà via oltre 3 mila metri quadrati di superfici tra torri merlate, borgo e mulini e quasi più 40 mila metri quadrati di parco.
Un vero affare.
Tranne che per Firenze e i fiorentini, che diventano sempre più poveri della loro storia e della loro cultura.
Per non parlare della sorte del nostro artista e scultore Piero Gensini, che da 24 anni ha ancora il suo studio alla Gualchiere, uno studio che spesso ospita scolaresche e gruppi in visita. Che fine farà?
Ci auguriamo - conclude Scaletti - che il sindaco ci ripensi e che metta in piedi con la Regione e lo Stato un progetto per accedere a finanziamenti europei al fine di rendere patrimonio del mondo e non di pochi le Gualchiere di Remole".
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