«La Regione deve intervenire per tutelare le guide turistiche toscane che oggi per preparazione e professionalità rappresentano un settore di eccellenza del turismo toscano. Per questo chiediamo un atto di sollecito del Consiglio Regionale verso il governo affinché si definisca il profilo professionale delle guide ma anche che vengano individuati gli ambiti specifici nei quali occorrerebbe la qualifica di guida specializzata. Si chiede inoltre la sospensione dei corsi di formazione e abilitazione poiché non essendo ancora stati definiti i requisiti e i titoli necessari per esercitare la professione, si rischia di vanificare la preparazione delle guide che sostengono corsi anche di 800 ore e dal costo di migliaia di euro per ottenere l’abilitazione». Lo dichiara il consigliere regionale di Più Toscana, Gian Luca Lazzeri.
«Oggi infatti – sottolinea – , da un lato, secondo la legge regionale 42/2000, le aspiranti guide turistiche toscane che vogliono esercitare in una provincia della nostra regione devono sostenere un esame abilitante che ne attesti la preparazione su un ambito di riferimento provinciale. Dall’altro invece la legge nazionale 97 del 2013 rende valida su tutto il territorio italiano la qualifica di guida anche per chi viene da stati comunitari, senza necessità di nessuna autorizzazione né abilitazione generale o specifica. Una scelta che nel nostro paese al momento apre virtualmente le porte a 350 guide turistiche provenienti dagli stati Ue, dei quali non è possibile monitorare il grado di preparazione.
Il principio secondo cui la professione viene esercitata senza più limiti territoriali locali – prosegue – avrebbe dovuto essere accompagnato dalla ridefinizione del profilo professionale e dal riordino del percorso formativo, oggi ancora mancante.
L’iter di accesso alla professione in Toscana infatti garantisce una maggior grado di professionalità e un servizio valido verso i turisti mentre il caos che si è venuto a generare con il contrasto fra le due normative rischia di pesare oltre che sulla categoria anche sul servizio reso. Il ministero dei Beni e delle Attività Culturali per salvaguardare le competenze specialistiche avrebbe dovuto adottare una lista di siti di particolare interesse a cui legare l’abilitazione di guida turistica specialistica, che oggi non c’è.
Al momento l’incertezza riguarda anche le commissioni esaminatrici regolate dall’articolo 48 quater del regolamento attuativo della legge 42/2000 che ne definisce anche la composizione. Oggi fra i membri delle commissioni esaminatrici sono presenti almeno due guide turistiche.
Le modifiche al regolamento – conclude – rischierebbero di eliminare queste due figure esperte impedendo di fatto che un’aspirante guida venga valutata da esponenti della sua futura categoria professionale. Sarebbe come se un avvocato esaminasse la professionalità di un medico o viceversa. Ho chiesto all’assessore regionale al Turismo Sara Nocentini un incontro per fare chiarezza su queste problematiche».
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