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Anche la Fata Turchina all'indice

Nuovo stadio Fiorentina e i “tempi lunghi” del Mago Zurlì

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Si riaccende a Firenze la questione nuovo stadio della Fiorentina (e 50.000 mq di SUL commerciali, 10.000 di turistico-ricettivo e 27.000 di direzionale – ricordiamolo).

Ad appiccare la miccia l'articolo di Massimo Vanni che, nell'inserto fiorentino de La Repubblica di ieri, ha dato notizia (confermata poi dal Sindaco Nardella) di un ricorso al TAR dei grossisti della Mercafir, riguardo la delibera della Giunta del Comune di Firenze che ha accolto la richiesta di proroga per la presentazione del progetto definitivo di stadio ed opere connesse, il cui preliminare fu presentato da ACF Fiorentina il 14 luglio 2014.

 

Ecco che i beninformati e dispensatori di verità assolute si sono mossi in soccorso della Società viola, facendo da eco a quello che il Presidente operativo Cognigni disse lo scorso 20 maggio, in un'intervista a Gazzetta.it, riguardo alla tanto agognata “prima pietra” del nuovo impianto. “Dopo anni di trattative, progetti, difficoltà – dichiarò Cognigni – contiamo questo sia finalmente l’anno giusto per sciogliere gli ultimi nodi e partire: noi siamo pronti. Lo so che i tifosi sono stanchi di parole. Lo siamo tanto anche noi. Vogliamo fortissimamente il nuovo stadio”. Sorge spontanea la domanda a coloro che denunciano che l'iter burocratico per il sì risolutivo non si è ancora concluso: chi l'ha chiesta al Comune di Firenze la proroga per presentare il progetto definitivo per stadio ed opere connesse? La ACF Fiorentina o il Mago Zurlì?

 

Ricordiamo ai più distratti che secondo quanto affermato negli atti consegnati a Palazzo Vecchio (a seguito della delibera di Giunta del 7 gennaio 2015) ACF dichiarò che avrebbe prodotto il progetto definitivo entro 12 mesi dal 26 febbraio 2015, ma la stessa ACF il 23 febbraio 2016 chiese alla Direzione Generale del Comune (prot. 61061) una proroga di 12 mesi.

L'istanza, secondo quanto risulta nei documenti, poiché “fino a quando non sarà approvata la variante e ricollocata la Mercafir (l'ingrosso alimentare polivalente, ndr) non è possibile dar corso ai lavori di realizzazione dello stadio”. Il Comune, con delibera del 1 marzo 2016, ha concesso proroga di 10 mesi: fino al 31 dicembre 2016.

 

Il problema, infatti, è il CAP (Centro Alimentare Polivalente). Nel maggio 2012, sotto la Giunta Renzi, il Comune approvò la variante urbanistica che prevedeva di realizzare nei 48 ettari della area dove attualmente sorgono i mercati generali, il nuovo CAP - riqualificato nel comparto Nord - e stadio con opere connesse - nel comparto Sud – ovvero commerciale, direzionale e turistico-ricettivo.

 

L'idea di Renzi fu liquidata da Cognigni affermando che col commerciale messo a disposizione si sarebbero generati introiti coi quali “ci si sarebbe pagata l'acqua minerale”.

 

Anziché rispondere “questo è ciò che passa il convento”, nel dicembre 2013 venne approvata dal Governo la legge 147/2013 che, nell'art. 1 comma 304, tratta giustappunto di riqualificazione e costruzione ex-novo di impianti sportivi. La norma, che vede come proponente anche l'attuale Sindaco Dario Nardella (allora era parlamentare), garantisce tempi certi per l'iter approvativo e consente, ai privati che ricorreranno al project financing, di realizzare immobili (ad esclusione del residenziale) per sostenere l'investimento.

 

Alle sibille travestite da oracoli sorge spontanea la seconda domanda: chi ha presentato un progetto che dovrebbe essere realizzato dove è in essere un'importantissima attività economica, che, oltretutto, produce utili e migliaia di posti di lavoro? ACF Fiorentina o la Fata Turchina?

 

Il progetto presentato in forma preliminare il 14 luglio 2014, primo atto concreto della Fiorentina dopo anni di soli discorsi, è nato zoppo. Il Comune, però, non si è arreso e con tutti i mezzi, ma nel rispetto delle norme, si sta adoperando per liberare i 48 ettari dell'UTOE 10. Dopo due bandi pubblici che hanno ricevuto proposte non consone alle richieste, Palazzo Vecchio, a seguito di un'indagine diretta, ha individuato all'Osmannoro un'area dove realizzare il nuovo CAP ed ha avviato le procedure per la variante urbanistica. L'11 gennaio 2016 l'Assessore all'Urbanistica, Lorenzo Perra, dichiarò che “la variante urbanistica per il trasferimento del CAP all'Osmannoro sarebbe stata ultimata entro novembre 2016”. Fino ad oggi tutte le scadenze per provare a rimettere in piedi il progetto “azzoppato” dalla questione mercato sono state rispettate dalla Giunta del Sindaco Nardella: pubblicazione e scadenze dei bandi, ricognizioni dirette, incontri, riunioni e presentazione delle soluzioni.

 

La questione riguarda la Pubblica Amministrazione che deve interfacciarsi con un privato che vuole intervenire su suolo di proprietà pubblica. Pertanto leggi e norme sono regole imprescindibili. Il nuovo stadio e il trasferimento del CAP sono due percorsi che devono seguire procedure distinte. Se la Società dei Della Valle avesse presentato nei tempi il progetto definitivo, contestualmente alla variante urbanistica per l'Osmannoro, sarebbe potuta partire la conferenza dei servizi decisoria per l'approvazione dello stadio. In questo modo ne avrebbero beneficiato i tempi. L'acquisizione dei terreni per i nuovi mercati generali, infatti, si realizzerà con la monetizzazione del comparto Nord della Mercafir da parte di ACF, che avverrà, ovviamente, solo quando la Società viola sarà certa di aver ottenuto il sì definitivo. Il carico pecuniario fu stabilito dalle imprescindibili prescrizioni della delibera di Giunta del 7 gennaio 2015.

 

Questa la situazione tra Comune e Fiorentina, ma in mezzo ci sono i grossisti della Mercafir che, di fatto, si trovano davanti ad un futuro incerto. Legittimi, perciò, i ricorsi e le richieste avanzate. Se voi aveste un'attività avviata da decenni e malgrado i contratti in essere vi chiedessero di sloggiare pretendereste precise garanzie? Ve la sentireste di lasciare il certo per l'incerto? Pensereste prima ai vostri interessi o a quelli altrui? Le risposte sono scontate.

 

Donato Mongatti

 

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