Uno spettacolo che parla d’amore e che proprio da un amore nasce: quello di Elisabetta Salvatori per “il Monni”, compagno nell’arte e nella vita in un sodalizio durato sette anni, fino alla morte di Carlo.
Questo è Calde Rose, il monologo scritto e interpretato dall’attrice e affabulatrice versiliana che andrà in scena sabato 4 marzo ore 21.00 al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (piazza Dante 23). Il lavoro intreccia canzoni eseguite al violino da Mattero Caramelli, aneddoti e ricordi della storia tra Elisabetta e Carlo – dal primo incontro fino agli ultimi respiri di lui, il 19 maggio di tre anni fa – e narrazioni delle grandi attrazioni fatali della letteratura, da Otello e Desdemona a Orfeo e Euridice, da Don Chisciotte e Dulcine alla Bella e la Bestia. L’evento fa parte della nuova rassegna Teatro nel Teatro, durante cui il palcoscenico del teatro accoglierà il pubblico trasformandosi in un vero e proprio ridotto (ingresso 10€).
“Ho conosciuto Carlo al festival di Radicondoli, vicino Siena – racconta l’attrice – lui era venuto a vedere il mio spettacolo ed io lo scambiai per il macellaio del paese. Ero così stupida dal fatto che un macellaio si intendesse di teatro! Poi mi spiegarono chi fosse veramente”. E continua: “Calde Rose è nato insieme alla nostra storia. Io ero innamoratissima e gli proposi di fare insieme uno spettacolo sull’amore; lui rifiutò e allora lo spettacolo lo feci io e glielo dedicai. All’epoca nel testo non c’erano le parti dedicate a noi, quelle le ho aggiunte dopo che se n’è andato. Alla prima Carlo arrivò con mezz’ ora di ritardo e quando gli chiesi cosa ne pensasse commentò “l’è bolso!”. Lui era così, diretto e impossibile da arginare”.
Sul palco con lei, solo una fotografia che la ritrae insieme al suo compagno. Al momento di raccontare vicende letterarie Elisabetta sale su una piccola pedana, mentre quando parla della sua storia d’amore scende sul palco. “Sono tanti i momenti che condivido col pubblico, alcuni fanno sorridere, altri commuovere. Come la prima volta che abbiamo recitato il Quinto Canto della Divina Commedia, a casa sua con lui sdraiato sul letto e io seduta: una cosa che rappresenta molto bene lo spirito di Carlo, che aveva lo stesso trasporto sia davanti al pubblico che da solo. Oppure degli spaccati di un viaggio fatto insieme, quando si appisolò su una panchina nel giardino di un’anziana signora, o il suo ultimo giorno di vita, le cose che gli ho letto per accompagnarlo fino alla fine”.
Ingresso 10€. Per ulteriori informazioni www.teatrodante.it
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