Sbarca in Toscana - col primo corso di formazione diretto a medici e pediatri - il progetto lanciato e sostenuto dall'industria farmaceutica Menarini,
in collaborazione con Telefono Azzurro, Società Italiana di Pediatria (Sip), Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) e Associazione Ospedali Pediatrici Italiani (Aopi), per creare una rete nazionale antiabuso di 15.000 pediatri e medici di base. Il corso che parte a Firenze, spiega un comunicato, formerà 30 pediatri su strumenti clinici e giuridici per riconoscere e intercettare i segnali delle violenze, così da avere ''sentinelle'' capaci di riconoscere i segnali inespressi dell''abuso.
"I pediatri sono il primo punto di contatto con il sistema sanitario ma soprattutto il punto di riferimento e di fiducia a cui l'intera famiglia affida i propri bambini negli anni più delicati. Per questo sono loro a dover avere le competenze per decifrare i segnali d'allarme quando un bambino attraversa momenti problematici o si trova in situazioni di rischio", spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro.
"In Toscana i casi di abuso e maltrattamento a cui è stato assegnato il Codice Rosa non sono affatto pochi - commenta Stefania Losi dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer, fra i formatori del corso di Firenze - I pediatri di famiglia ma anche i medici di medicina generale devono essere formati a riconoscere il ''non detto'' dei segnali del disagio. Anche tutti gli operatori ospedalieri devono essere sensibilizzati perché medici, infermieri, operatori sanitari devono accorgersi delle spie di un maltrattamento. Questo progetto a cascata può raggiungere moltissimi colleghi; ci aiuterà tantissimo ad alzare il velo che spesso copre i maltrattamenti sui minori".
In Toscana nel 2015 sono stati ben 426 i bambini e gli adolescenti oggetto di violenze censiti grazie al Codice Rosa attivo nelle Asl della regione: nell'88% dei casi sono vittime di maltrattamenti, il 12% subisce abusi. Tre casi su quattro riguardano bambini e ragazzini dai 7 ai 17 anni, due su tre sono bimbi di nazionalità italiana. Più a rischio le femmine: 239 contro 187 maschi. Il problema riguarda soprattutto bimbi di nazionalità italiana. Si tratta di un ''iceberg'' sottostimato soprattutto perché l'abuso, una volta su due, viene messo in atto da una persona appartenente al nucleo familiare. Dallo stesso documento emerge come tra il 2014 e il 2015 le richieste di aiuto per casi di abusi sessuali su bambini e adolescenti pervenute a Telefono Azzurro siano aumentate. Il progetto complessivo della rete antiabuso è sostenuto da Menarini con un investimento di 1 milione di euro.
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