La storia di Carlotta Filardi, una giovane donna di 30 anni che dallo scorso aprile si trova a combattere la sua battaglia contro il cancro ha colpito tutti, soprattutto dal momento in cui la sua rabbia è arrivata fino agli studi del programma di Italia 1 “Le Iene”;
collera generata da un problema burocratico con l’Inps, che richiede a Carlotta una non indifferente somma di denaro a seguito di un controllo fiscale.
La giovane fiorentina però, non rappresenta solo un esempio positivo di reazione ad una malattia devastante come il cancro, ma anche un’autentica dimostrazione di quanto interventi di semplice applicazione, come la musicoterapia, possano essere qualcosa che fa davvero la differenza;
il cancro è una patologia che, fin dal momento della diagnosi, proietta il malato e i suoi familiari in un vortice di ansia, disperazione e preoccupazione per il futuro spesso accompagnato da disagi psicologici significativi e purtroppo non sempre ascoltati.
La diagnosi oncologica determina un cambiamento enorme nella vita del paziente e di chi si occupa di lui; i vissuti di ansia, panico e incertezza nella maggior parte dei casi vanno a compromettere tutte le sfere della vita dell’individuo colpito dalla malattia, condizionando soprattutto i rapporti interpersonali e l’intero modo di vivere della persona.
Chi come Carlotta, trova il coraggio di reagire mettendosi alla prova e non lasciandosi sconfiggere dal dolore e dalla perdita di speranza, rappresenta un esempio positivo e di conforto per chi invece, si trova solo o comunque arreso di fronte alla malattia.
Tralasciando le polemiche, più che giustificate, rispetto agli inghippi e alle ingiustizie burocratiche, credo che, tra i messaggi più importanti e costruttivi che permeano questa storia, ci sia l’importanza di informare su una pratica efficace e ancora non abbastanza diffusa come la musicoterapia e con lei, tutte le tecniche di rilassamento e di immaginazione che possono essere utilizzate da chi vive il disagio legato a malattie oncologiche che spesso, comportano anche cure dolorose.
Negli ultimi 10 anni sono stati pubblicati vari studi riguardanti l’applicazione della musicoterapia in campo oncologico. Essi hanno dimostrato che la musicoterapia può determinare una riduzione dei livelli di ansia e di stress, un miglior controllo del dolore, una migliore compliance ai trattamenti antiblastici e può fornire un supporto psicologico ai pazienti e ai loro familiari.
Con il termine di musicoterapia s’intende l’utilizzo della musica e degli elementi musicali (armonia, melodia, ritmo, timbro) per favorire l’integrazione fisica, psicologica ed emotiva dell’individuo.
Grazie al suo effetto fisiologico, una musica rilassante è in grado di diminuire il dolore e l’ansia riducendo il livello di cortisolo (un ormone associato allo stress) e liberando endorfine, che hanno proprietà rilassanti, analgesiche ed euforiche;
Partendo dal presupposto che la Musicoterapia non è uno strumento alternativo, ma integrativo alle essenziali terapie mediche e farmacologiche, si può affermare che, se adeguatamente inserita in un piano terapeutico, questa disciplina può ridurre, con provata efficacia, i sintomi spiacevoli legati allo stato d’ansia in diverse tipologie di pazienti, ed in particolare nel paziente oncologico.
L’arte e la musica infatti, permettono all’individuo, aiutandolo a concentrarsi su sensazioni positive, di estraniarsi, anche se per un breve momento, dall’angoscia legata al vissuto di malattia e provare a riappropriarsi della consapevolezza del suo corpo spesso dimenticata, perché completamente associata alla malattia.
In conclusione, la musica migliora la qualità di vita del paziente oncologico; è una risorsa gratuita e dovrebbe essere offerta a chi vive la malattia come metodo addizionale nel trattamento del dolore e dell’ansia.
Elena Poli – Psicologa – www.elenapoli.com
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