È fissata per oggi pomeriggio l'udienza di convalida del fermo, emesso dalla Procura di Firenze, per l'indiano che lo scorso febbraio aggredì in piena notte una ragazza di 23 anni che rientrava a casa dal lavoro.
La giovane riuscì a liberarsi dal laccio che l'indiano le aveva stretto al collo grazie alla conoscenza delle tecniche di autodifesa. L'uomo fu immediatamente arrestato per tentata violenza sessuale, ma il GIP, pur convalidando l'arresto, lo scarcerò perché aveva ravvisato solo il reato di lesioni. L'udienza si terrà nel carcere di Civitavecchia (Roma). L'uomo è stato infatti bloccato all'aeroporto di Fiumicino il 10 aprile mentre stava per imbarcarsi su un aereo per l'India.
La procura di Firenze il 7 marzo aveva fatto ricorso chiedendo la misura cautelare per pericolo di fuga e ipotizzando anche il reato di tentato omicidio. Lunedì scorso, appreso dell'imminente partenza per l'India, i pm fiorentini hanno quindi emesso un fermo d'urgenza.
Nell'udienza di convalida, il 29enne comparirà davanti al giudice con una serie di imputazioni formulate dal pm di Civitavecchia Alessandro Gentile nelle varie alternative riferite all'episodio di Firenze per cui è indagato e al pericolo di fuga: tentata violenza sessuale e tentato omicidio; tentata rapina; lesioni e calunnia.
L'indiano dopo l'arresto, da parte delle Fiamme Gialle che transitavano in zona con una pattuglia per il controllo del territorio, ha sostenuto che quella notte era ubriaco e che riteneva la 23enne in possesso del suo cellulare, che aveva perduto e quindi di aver agito per tentare di recuperarlo. Ma di opposto avviso sono gli inquirenti e anche la pattuglia della Guardia di Finanza che soccorse la donna, ben convinti che si sia trattato di un'aggressione molto grave. Il GIP di Firenze comunque scarcerò il 29enne, che da Firenze tornò a Fiumicino dove è residente e da cui ha tentato di andare in India.
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