Gli italiani decidono sempre più spesso che è giunto il momento di separarsi. Mantenere fede a un matrimonio si sa non è impresa semplice, ma dalle ultime indagini condotte sulla popolazione nazionale sembra che sia diventata davvero ardua. Lo dice il rapporto Istat sulle separazioni e i divorzi avvenuti negli ultimi anni: se nel 1995 c'erano 158 separazioni e 80 divorzi ogni 1.000 matrimoni, nel 2009 si è arrivato rispettivamente a 297 (+64%) e 181 (+101%). Ma con una distribuzione sul territorio nazionale non proprio omogenea. Al Sud si conferma la tendenza a separarsi di meno 198 volte su mille, anche se non mancano le eccezioni che da sole stabiliscono un vero e proprio record, è il caso del Molise che è passato da 32 a 224,3 su mille separazioni e della Calabria da 48,1 a 158,7. Ma le regioni in cui le unioni non sembrano riuscire prioprio a durare sono quelle centrali, in particolare la Toscana (329,2), il Lazio (406,4) e l'Abruzzo (314,5). Il dato forse più interessante riguarda l'età della separazione, anche qui il rapporto rivela cifre in aumento. Nel 2009 la classe più numerosa è quella tra i 40 e i 44, con mariti mediamente 45enni e mogli 41enni, mentre nel 2000 il maggior numero delle separazioni ricadeva nella classe 35-39. Cade dunque anche il mito che restare insieme è una questione di allenamento. Anzi aumenta in modo esponenziale la propensione allo scioglimento delle unioni di lunga durata, sono raddoppiate infatti le separazioni che sopraggiungono dal 25esimo anno di matrimonio. Una delle probabili cause, forse la più logica sta nell'invecchiamento complessivo della popolazione dei coniugati, dovuto alla posticipazione del matrimonio (meno di 1 matrimonio su 4 oggi avviene tra sposi non ancora 30enni). E non si sta tranquilli nemmeno dopo i 60 visto che dal 2000 al 2009 le separazioni che coinvolgono uomini ultrasessantenni sono passate da 4.247 a 8.086 (dal 5,9% al 9,4%) mentre sono più che raddoppiate le separazioni di coppie dove la sposa ha più di 60 anni (da 2.555 a 5.213, dal 3,6% al 6,1%). Stando ai dati del rapporto, inoltre, i coniugi preferiscono separarsi per via consesuale. Ma lo scioglimento del vincolo matrimoniale non e' una affare esclusivamente tra coniugi, bensi' coinvolge anche l'eventuale prole. Su questo versante l'Istat segnala che il 66,4% delle separazioni e il 60,7% dei divorzi nel 2009 hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio. E se fino al 2005 ha prevalso l'affidamento esclusivo dei figli minori alla madre, grazie a una legge del 2006 che ha introdotto l'affido condiviso, nel 2009 l'86,2% delle separazioni ha previsto quest'ultima modalità.
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