In questi giorni si sta scatenando una diatriba tra le società di Calcio ed i loro sottoposti, ovvero i giocatori. La Manovra Finanziaria di prossima approvazione prevede, tra l'altro, un “contributo di solidarietà” pari al 5% per i redditi superiori a 90.000 euro. L'Amministratore Delegato del Milan Adriano Galliani, Calderoli (Lega Nord) ed l'AD della ACF Fiorentina Sandro Mencucci, hanno espresso, in maniera più o meno colorita, la volontà di far ricadere l'obolo sui calciatori, ma la questione, come potrebbe apparire in prima istanza, non è affatto semplice.
Moltissimi contratti stipulati dai calciatori prevedono una clausola al netto delle tasse e gli azzeccagarbugli che li redaggono sono abilissimi nel tutelare i loro assistiti (i calciatori). Spesso e volentieri si tratta di veri e propri contratti capestro con tanto di clausole e contro-clausole che garantiscono oltremisura i lavoratori che rimangono sì subordinati, ma definirli privilegiati è usare un eufemismo.
L'Assocalciatori è sul piede di guerra per il rinnovo del contratto collettivo, nello specifico non è d'accordo con un punto che riguarda il trattamento dei giocatori messi “fuori rosa” e la cessione degli stessi ad un altro club che gli garantirebbe lo stesso tipo di trattamento. Questo, sottolineò Damiano Tommasi, per tutelare i professionisti delle serie minori che, percependo stipendi che spesso non raggiungono i 2.000 euro mensili, si troverebbero in reali difficoltà economiche. È evidente che il “Contributo di Solidarietà” non andrà certo a toccare quest'ultimi, bensì la quasi totalità dei giocatori di Serie A e Serie B: l'intera rosa della ACF Fiorentina, ad esempio, non ha un solo tesserato che percepisce uno stipendio inferiore ai 90.000 € annui.
Senza fare demagogia, se non ci sarà un obbligo di legge, appare molto difficile che i calciatori siano colti da un impeto di benevolenza, carità e senso di responsabilità e che si autotassino a prescindere dalle proprie condizioni contrattuali. Ricordano tutti, ad esempio, Eto'O ripreso dalle telecamere mentre supplicava un vigile affinché gli togliesse una multa per divieto di sosta, appena apposta sul cruscotto della sua macchinuccia da morto di fame, oppure un notissimo campione Viola, per dirne un'altra, che giudicò eccessivo versare diecimila lire per comprare i regali di Natale alle maestranze Viola e decurtò il suo salario di sole cinquemila lire.
In questo caso, per risolvere questa questione morale, sarebbe necessario un intervento della Politica, anche con un Decreto Legge preciso e circostanziato, ad hoc, ma è vero anche, di contro, che accostare “morale” e “Politica”: oggigiorno rappresenta un ossimoro.
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