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Digitale Terrestre: approvata la legge regionale. Possibili disagi per 15 comuni

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Immagine articolo - Il sito d'Italia

Digitale terrestre, la legge regionale è stata approvata. A larga maggioranza - con la sola astensione di Pieraldo Ciucchi, Gruppo misto - l'aula del Consiglio regionale della Toscana ha licenziato ieri il testo già sensibilmente emendato in Commissione Cultura e ulteriormente integrato durante i lavori dell'Assemblea. Approvato anche un ordine del giorno collegato - astenuta la Lega - che detta indirizzi alla Giunta regionale.

La legge, come illustrato dal presidente della commissione Cultura, Nicola Danti (Pd), individua «misure urgenti per venire incontro alle necessità che arriveranno da territori, mondo dell'emittenza e cittadini a poche settimane dallo switch off nella nostra regione». Tra gli obiettivi del testo, ha aggiunto Danti, gli interventi a favore delle emittenti locali e delle realtà territoriali più marginali del territorio regionale, tenuto conto che sono 15 i comuni nei quali molto probabilmente non vi sarà segnale per la ricezione della Rai, e che per altri bisognerà attendere la partenza vera e propria del digitale per capire se e quanto saranno pronunciati i disagi. Il testo, ha continuato il consigliere Danti, «prevede anche una campagna di informazione per la popolazione e accordi con associazionismo, volontariato e scuole per l'assistenza alle fasce di popolazione più deboli, per primi gli anziani». Infine, ha ricordato il consigliere del Pd, sono previsti «accordi con le associazioni di categoria degli antennisti per la trasparenza dei servizi e dei prezzi che saranno forniti nel momento del passaggio al digitale». Per la copertura finanziaria della legge è prevista la cifra complessiva di 1.050.000 euro per il 2011. Approvato un emendamento del Pdl - illustrato dal consigliere Tommaso Villa -, che mira a revocare i contributi alle emittenti che non onoreranno gli impegni sulla programmazione previsti dall'articolo 5 della legge. Respinto invece l'emendamento presentato dal vicepresidente della Commissione, Giovanni Donzelli (Pdl), che mirava a escludere dai finanziamenti le emittenti che trasmettano televendite con carattere pornografico e che «tentano in vario modo a carpire la fiducia dei soggetti più deboli mediante contenuti attinenti al magico o al paranormale». «È una questione politica e di coerenza - ha detto Donzelli rivolgendosi ai banchi di maggioranza -; dipende se si vuol dare i contributi, che già sono pochi, a chi fa una televisione di qualità oppure no». Approvato anche un emendamento del presidente Danti sul sistema dei controlli che la giunta dovrà attivare successivamente al bando per l'assegnazione dei finanziamenti. Approvato un ulteriore emendamento - firmatario Paolo Marini (Fed.Sinistra-Verdi) - che mira a coinvolgere le associazioni dei consumatori nella fase di assistenza a cittadini e fasce deboli nel momento del passaggio alla nuova tecnologia. L'aula ha poi respinto due emendamenti proposti dalla Lega Toscana Nord che chiedevano di favorire l'associazione tra emittenti e di prevedere il finanziamento ad almeno una televisione per provincia. Con il testo di partenza sarebbe stato impossibile «un voto condiviso», ma con il lavoro svolto in commissione e poi in aula «anche il nostro gruppo voterà a favore, grazie ai nostri emendamenti e agli impegni per la Giunta indicati nell'ordine del giorno che accompagna la legge, alcuni dei quali sono stati inseriti dal Pdl e ci stanno a cuore». Tommaso Villa (Pdl), che ha rilasciato la dichiarazione di voto per il suo gruppo, ha tracciato, durante il dibattito consiliare in Aula, il bilancio del lavoro portato avanti anche in Commissione Cultura per arrivare ai testi votati ieri a larghissima maggioranza sul digitale terrestre. Quegli atti che, a poche settimane dal switch off, sono stati oggetto di un intervento articolato e critico di Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto), che ha giudicato la legge sul digitale «affrettata e con taluni aspetti che convincono poco». Finanziamenti «esigui e insufficienti», ben inferiori a quelli previsti dalle altre regioni, e per di più declinati secondo parametri «che non hanno nulla a che vedere con gli investimenti». «Si poteva, con ricognizione dei fondi europei disponibili, procedere a un bando nel periodo 2011-2012 di almeno 2-2,5 milioni di euro interamente dedicati alle imprese del settore e ancorati agli investimenti realizzati successivamente al bando del Ministero per l'assegnazione delle frequenze». Da Ciucchi (Psi) anche alcuni «consigli alla Giunta»: creare una task force che segua passo passo il processo per essere «pronta a supportare i cittadini e le famiglie» e segua la disponibilità di fondi europei ed emani un bando includendo le imprese televisive in quelle destinatarie di finanziamenti. Infine, Ciucchi ha invocato «la necessità di una legge di settore», quello «della comunicazione ed editoria, quella locale in primis, che si dibatte in una crisi gravissima». Anche Giuseppe Del Carlo (Udc) ha considerato una legge di settore «necessaria». La legge, tuttavia, è arrivata «in zona Cesarini», ma è comunque anche «importante tener conto della qualità dell'informazione e delle trasmissioni televisive». Inoltre, è giusto che anche il Corecom debba avere un suo ruolo e «poter dire la sua». Gian Luca Lazzeri e Marina Staccioli (Lega Nord Toscana) hanno illustrato rispettivamente gli ordini del giorno, bocciati dall'aula, per esonerare dal pagamento del canone le famiglie che non vedranno la televisione per la mancanza di copertura con il digitale terrestre e per destinare una parte delle entrate Rai all'emittenza locale. Ha risposto il capogruppo Pd, Vittorio Bugli: «L'importante, ora, è fare in modo che tutti possano vedere la televisione; il canone viene dopo».

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