«La vera sfida è caratterizzare i contenuti per le primarie, partendo da proposte precise e dall'esperienza dei tanti amministratori che oggi stanno in prima fila e che sono i veri anti-casta: giovani e meno giovani sindaci o consiglieri che si fanno in quattro dalla mattina alla sera per cercare di servire la propria gente. Segnatevi questa data: 22 e 23 giugno. Sarà un grande appuntamento di amministratori e sindaci per rilanciare le nostre proposte sui contenuti. Non si può continuare a tassare, tassare, tassare, senza indicare una visione per i prossimi vent'anni». Lo scrive il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, nella sua newsletter settimanale. «Ho registrato molte polemiche dopo una mia intervista al Corriere della Sera - prosegue Renzi - Ho solo offerto una lettura delle elezioni amministrative diversa da quella della maggior parte dei dirigenti nazionali del Pd che hanno applaudito al trionfo del centrosinistra. Se è vero, come è vero, che il Pd avrà più sindaci di prima, è anche vero che il trionfatore di queste elezioni è il Partito degli Astensionistì. Il Pd prende 91.000 voti in meno rispetto alle ultime consultazioni amministrative comparabili».
«È chiaro che il Pdl perde ancora di più (-150.000 voti) - aggiunge Renzi - e questo giustifica il risultato. Ma è chiaro anche che in vista delle elezioni 2013 vincerà chi (ri)porterà al voto gli elettori fuggiti dalle urne a questo giro». Secondo Renzi, «in questo quadro il passaggio delle primarie per la leadership» è «fondamentale: Bersani deve dare la data in cui gli elettori potranno andare ai gazebo e scegliersi il leader come hanno fatto a livello nazionale nel 2005 con Prodi, nel 2007 con Veltroni, nel 2009 con lo stesso Bersani. E come a livello locale è stato fatto da Torino a Milano, da Genova a Bologna, da Firenze a Cagliari, dalla Puglia a tutti i livelli organizzativi del partito. Sarebbe buffo se in nome di un presunto principio statutario oggi si volesse impedire di organizzare le primarie». «Peraltro - conclude Renzi - se proprio si vuole richiamare lo Statuto, bene, allora facciamolo sempre: che dire della norma che prevede l'impossibilità di ricandidarsi in Parlamento per più di tre mandati? Se ricordate, proprio dalla mancanza di rispetto di questa norma part' la nostra polemica sulla rottamazione».
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