A Firenze, prima città in Italia, scatta l’adeguamento dei prezzi fino al 20% per gli appalti pubblici di lavori: l’incremento consentirà alle imprese di far fronte agli aumenti eccezionali dei costi dei materiali da costruzione, ‘sbloccando’ di fatto il settore per il Comune di Firenze.
Per nuove costruzioni, lavori edili, ristrutturazioni, restauri, manutenzione di opere stradali, impianti tecnologici e opere a verde si applicherà quindi da subito l’incremento senza attendere l’aggiornamento del prezzario regionale. E’ quanto prevede la delibera che ha avuto il via libera della giunta di Palazzo Vecchio su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Titta Meucci, in attuazione della nuova norma contenuta nel decreto legge del 17 maggio scorso.
“Diamo il via libera alle gare del Comune di Firenze con aggiornamento dei prezzi - ha annunciato l’assessore Meucci - e agli aumenti dei prezzi anche negli stati di avanzamento delle gare in corso. Abbiamo definito i nuovi prezzi a tempo di record dopo l’entrata in vigore del decreto legge e dato mandato agli uffici di non attendere il nuovo prezzario regionale, aggiornando immediatamente i prezzi in modo da non bloccare le gare pronte a partire”.
Il provvedimento del governo obbliga le stazioni appaltanti a inserire in tutti i bandi pubblicati fino al 31 dicembre 2023 una clausola di revisione dei prezzi accompagnata da un meccanismo di compensazione delle variazioni, in aumento o in diminuzione, dei costi dei singoli materiali. Il provvedimento impone poi alle regioni di aggiornare i prezzari entro il 31 luglio. Nell’attesa dei nuovi prezzari regionali, le stazioni appaltanti per non bloccare ‘le gare pronte a partire’ e revisionare immediatamente i prezzi degli appalti in corso possono applicare per i contratti relativi a lavori, ai fini della determinazione del costo delle varie lavorazioni, un incremento (fino al 20 per cento) sui prezzari regionali aggiornati al 31 dicembre 2021. Per quanto riguarda poi i lavori in corso, i maggiori importi derivanti dall'applicazione dei prezzari, al netto dei ribassi formulati in sede di offerta, sono riconosciuti dalla stazione appaltante nella misura del 90 per cento, come indicato dal decreto.
La giunta comunale ha indicato i criteri da seguire per la revisione dei prezzi a seconda della tipologia di lavorazioni. Ad esempio, per i lavori relativi a nuove costruzioni, edili, ristrutturazioni, restauri, manutenzione opere stradali, impianti tecnologici e opere a verde ha indicato di determinare la tipologia di prezzo prevalente (cioè quella che presenta l’importo complessivo più elevato tra quelle presenti nell’appalto) e di applicare a tutti i singoli prezzi dell’appalto l’incremento medio registrato nel prezzario aggiornato al 31 dicembre 2021 per la tipologia di prezzo prevalente, con il limite del 20 per cento. Per i lavori ‘da mandare in gara’ il cui progetto definitivo risulta approvato nel corso del 2021 (quindi con applicazione del prezzario dicembre 2020) o precedente, l’aggiornamento sarà quindi ‘doppio’: per prima cosa i prezzi verranno aggiornati ai prezzari di dicembre 2021 e su questi sarà applicato un ulteriore incremento per tenere conto dell’aumento dei costi del 2022 fino a un massimo del 20 per cento.
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