Sequestrato dai finanzieri del Gruppo di Firenze un capannone di oltre 2.000 mq. Il fabbricato era adibito alla lavorazione della pelle, i responsabili delle ditte cinesi che operavano all'interno, incuranti del divieto del sindaco, continuavano imperterrite il loro lavoro. Le Fiamme Gialle fiorentine hanno operato in collaborazione con il Nucleo Ispettivo del Lavoro dei Carabinieri di Firenze, la Polizia Municipale, l’ASL, la Direzione Provinciale del Lavoro e Vigili del Fuoco di Firenze. Oltre al sequestro dell’immobile si è proceduto alla perquisizione dell’intera struttura. La proprietà della struttura risulta essere di una società immobiliare di Prato, concessa in affitto ad una ditta operante nel settore pellettiero che a sua volta ha dato in subaffitto ad altre nove ditte cinesi il capannone. Il provvedimento cautelare, emesso dal GIP presso il Tribunale di Firenze - dott. Giovanni Perini - su richiesta del PM Giuseppina Mione, è stato adottato a seguito dell’inosservanza, da parte della ditta cinese locataria, del provvedimento emesso dal Sindaco di Firenze (marzo 2010) che stabiliva la sospensione di ogni attività lavorativa, lo smantellamento di tutte le unità abitative illecitamente ricavate nell’immobile e il ripristino delle condizioni di sicurezza e di igiene. Le attività irregolari erano emerse a seguito di un intervento congiunto interforze del Gennaio 2010. In quell’occasione era stato accertato il grave stato di degrado del contesto lavorativo in cui operavano gli operai di varie ditte cinesi. Nel contratto di locazione era previsto il divieto di modificare gli spazi interni nonché di sublocare i locali. All’interno del capannone in realtà erano stati creati diversi ambienti, delimitati da pareti di cartongesso, sublocati a ditte cinesi che avevano creato sia laboratori per la lavorazione delle pelli che depositi per la merce nonché dormitori, cucine e bagni. Il tutto caratterizzato dall'assensa delle più elementari norme igieniche e di sicurezza. La merce prodotta era contraffatta (rotoli di stoffa con marchi contraffatti Fendi; 4.000 accessori per abbigliamento Louis Vuitton; 200 pezzi tra borse, ombrelli, cinture e trolley) e l’identificazione di 10 lavoratori “in nero” e 15 irregolari. Un soggetto cinese era stato arrestato per immigrazione clandestina. L’intervento disposto dall’AG fiorentina si è quindi reso necessario in quanto, a seguito di ripetuti sopralluoghi della GdF, è stata rilevata la permanenza delle precarie condizioni igieniche nonché tutte quelle situazioni considerate pericolose per la salute e l’incolumità dei lavoratori che operavano all’interno del capannone. Durante l’intervento i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Firenze hanno individuato due lavoratori (di etnia cinese) “in nero”, rispettivamente dipendenti di due aziende presenti nel capannone. Il titolare cinese di una ditta è stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per utilizzo nelle lavorazioni di una sostanza considerata pericolosa (mastice codice identificativo 3) senza aver redatto lo specifico documento di valutazione rischi. Il titolare della società immobiliare pratese (proprietaria del capannone) e il locatario cinese dell’immobile, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria fiorentina per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità (art. 650 c.p.).
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