Quest'anno per la Giornata del Ricordo, per la prima volta dopo la sua istituzione nel marzo 2004, Palazzo Vecchio ha deciso di rendere omaggio ai caduti nelle Foibe con una cerimonia ufficiale nel Salone dei Cinquecento. La platea è prevalentemente composta da studenti delle scuole medie di Santa Maria degli Angeli e la scuola media Comprensiva Oltrarno E proprio ai ragazzi si rivolge l'Assessore Di Giorgi, che in rappresentanza del Sindaco, indossa la fascia tricolore: “Esiste sempre una parte giusta, una scelta da fare, e questa giornata deve servire a conoscere una storia troppo spesso dimenticata perchè certe cose non accadano mai più”. Ad uno ad uno poi la Di Giorgi presenta i relatori che la accompagneranno in questa mattinata di celebrazione: Silvano Priori, docente dell'Istituto Sorico della Resistenza in Toscana, Claudio Bacaloni, Dirigente U.S.P Provinciale, Cristina Scaletti, Assessore Provinciale alla Politica Culturale, Giovanni di Fede, Assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione, Jacopo Cellai, Vicepresidente della Giunta Comunale, Antonio Ballarin, dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. ”Iniziative come questa servono a diffondere la conoscenza presso i giovani; solo attraverso di essa sapremo sviluppare la capacità critica: un individuo che non conosce il suo passato è un individuo senza capacità di giudizio” queste le parole della Scaletti, che subito dopo abbandona l'Aula per recarsi nella sede Regionale dove anche lì tra poco inizierà la celebrazione della Giornata del Ricordo. Seguono le parole di Giovanni Di Fede: “Attenzione al revisionismo e al negazionismo: per troppi anni l'esodo e le Foibe sono stati omessi. Un esodo ad opera del governo di Tito che coinvolse 250mila italiani, precedentemente a questo periodo quella zona fu oggetto di atrocità che è bene far emergere nella sua complessità. E' troppo facile tacere e ancor più negare, sebbene i punti di vista possano essere diversi, come pure le interpretazioni politiche. Gli storici però sanno che il cammino verso l'oggettività è difficile ma non impossibile. Non esistono morti di serie A e di serie B. In questo la scuola svolge un ruolo importante, perché è attraverso lo studio che si costruisce uno Stato democratico”. Segue l'intervento di Iacopo Cellai, presidente del Comitato 10 febbraio, anche il giovane consigliere si rivolge ai ragazzi presenti ringraziando loro e i professori della loro presenza “Forse finalmente nei vostri libri di storia potrete studiare quello che già ai miei tempi non era contemplato. Voi ragazzi avete il sacrosanto diritto di contestualizzare ogni episodio storico, ma contestualizzare non deve mai significare giustificare”. Una definizione storica di quei tragici avvenimenti che hanno visto protagonista il fronte orientale dell'Italia del 900 non poteva non giungere dal docente Silvano Priori: “Ciò che è avvenuto allora fu un tentativo rivoluzionario di annessione territoriale, chi non ci stava veniva annientato , le Foibe sono il prodotto di un odio etnico, risultato di stragi compiute dagli jugoslavi”. Il Professore ha poi ricordato l'antefatto storico "non per giustificare ma per capire" tiene a precisare, e dunque il processo di "snazionalizzazione" del popolo slavo da parte del regime fascista italiano quindi l'occupazione militare dello stato slavo dal 41 al 43: “Tutto questo spiega, senza mai giustificare, quei 45 giorni di occupazione slava in cui ci fu una vera caccia all'uomo, non solo di quanti si resero colpevoli di crimini a danni del popolo jugoslavo, ma di tutti quelli che si opponevano a tale annessione”. La cerimonia è poi proseguita con la lettura di brani e poesie da parte di Riccardo Biffoli e con la proiezione di due documentari, il primo della Rai 'Trieste terra di nessuno' di Roberto Olla e Italo Moscati, il secondo “Sulle tracce di Toni Budicin” realizzato dagli studenti della sezione Fotografi dell’ISIS Leonardo da Vinci di Firenze.
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