Ripresa del calcio professionistico in Italia il 13 giugno? Alla luce di quanto emerso col nuovo DPCM del 17 maggio sembrava utopia ma nelle ultime ore si è aperto uno spiraglio. Andando con ordine, la Lega Serie A aveva fissato per il fine settimana del 13-14 giugno una possibile ripartenza del torneo, ma lo stop imposto dalla Federcalcio costringeva a valutare la scelta di una nuova data. “La FIGC – si leggeva in una nota della Federazione –, preso atto delle determinazioni assunte nel DPCM del 17 maggio recante 'misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale' e preso atto della sospensione sino al 14 giugno 2020 degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati, di cui al citato Decreto, nelle more di ogni ulteriore e auspicabile decisione della autorità competenti a riguardo, ha prorogato la sospensione dell’attività sportiva fino al 14 giugno 2020”.
Il ministro dello sport Spadafora, però, ha spiegato martedì 19 maggio che incontrerà il 28 di questo mese il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, e l'omologo della Lega Calcio, Paolo Del Pino: “Per quella data avremo i dati a disposizione per poter insieme con il Governo decidere una data certa per la ripartenza”, ha dichiarato il ministro che ha poi aggiunto: “Cosa importante credo sia iniziare il campionato per concluderlo. E tutte quelle che possono essere le soluzioni per consentire realisticamente di farlo sono importanti”. Il calcio italiano, la cui ripresa viene monitorata attentamente anche da portali di pronostici e scommesse sportive online come www.sportytrader.it, resta in attesa.
L'Italia era suo malgrado entrata per prima in Europa nel vortice dell'emergenza sanitaria legata al COVID-19, ma mentre in Germania ne sono usciti bene e più in fretta, riprendendo anche a rigiocare la Bundesliga, da noi tutto è ancora decisamente fumoso. Ricevuto nei giorni scorsi il via libera di Spadafora agli allenamenti di gruppo, le squadre di Serie A avevano chiesto di riesaminare nuovamente le condizioni previste dal protocollo medico presentato dalla FIGC al comitato tecnico-scientifico del governo, poiché ritenute troppo rigide e restrittive. I club, in sostanza, chiedevano che in caso di nuovo contagio il solo giocatore positivo fosse isolato e non l'intero gruppo come invece richiesto dal protocollo. Cosa che hanno ottenuto come confermato ieri da Spadafora stesso che ha spiegato: “Il positivo va in quarantena e gli altri possono continuare a lavorare, ma controllati”.
Se si partirà oltre il 14 giugno, resta in forte dubbio la conclusione della Coppa Italia anche perché, non dimentichiamolo, dopo i campionati nazionali ci sarebbero da concludere le coppe europee e nel breve periodo dovrebbe ripartire anche la nuova stagione già di per sé satura di impegni. Il rebus resta complicato ma una parziale soluzione sembra essere stata trovata: “È giusto che il calcio abbia la possibilità di riprendere in sicurezza”, ha dichiarato il ministro. Sul format del campionato (c'è chi parla di playoff e playout) si vedrà in seguito e per ora si sa solo che è confermato l'aumento dei controlli: i calciatori saranno sottoposti a tamponi tre giorni prima dell'inizio degli allenamenti collettivi, il giorno dell'avvio e una volta ogni quattro giorni mentre i test sierologici avverranno il giorno dell'avvio e dopo due settimane.
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