«Noi una casta? Sembra che i contratti dei calciatori siano una loro colpa e per questo non possano parlare: non diamo spazio alla demagogia e a certe dichiarazioni dei politici e cerchiamo piuttosto di arrivare a questa firma». Damiano Tommasi ha parlato oggi a Coverciano dove ha incontrato i giocatori azzurri in ritiro per preparare l'amichevole di mercoledì contro la Spagna: oltre al presidente dell'Assocalciatori, era presente anche Paolo Conti che presiede la nuova organizzazione sindacale dei calciatori, l'Anc.
Al centro di tutto ovviamente l'accordo collettivo e la mancata firma, ad ora, della Lega Calcio che ha spinto i 38 capitani di A a minacciare uno sciopero per la prima di campionato. «Ho letto e sentito fare confronti fra la nostra categoria e quelle di altri lavoratori ma questa è solo pura demagogia che lascia il tempo che trova - ha ribadito Tommasi - E comunque quel che ci preme non è rispondere a certi politici ma far sì che arrivi questa firma. Per fortuna il presidente Abete si è esposto appoggiandoci a conferma degli impegni presi a suo tempo, credo dunque che ci sia tutto il tempo per siglare questo accordo, che la firma possa arrivare molto prima dell'inizio del campionato, vogliamo partire con il contratto collettivo in tasca, non sarebbe corretto fare altrimenti». E su questo, ha fatto capire il presidente dell'Assocalciatori, c'è una linea comune che coinvolge anche l'altro sindacato. E che riguarda anche e soprattutto la norma sui fuori rosa: «L'articolo 7 parla chiaro, è diritto di ogni calciatore allenarsi con la prima squadra, purtroppo in alcuni club avvengono certe discriminazioni - ha ricordato Tommasi - Si tira fuori sempre questa norma, mi stupisce che certe parole arrivino da chi ha firmato quell'accordo a dicembre, confidiamo che le componenti della Lega si ricompattino». D'accordo anche il ct Cesare Prandelli: «Certi politici parlano di miliardari che scioperano? I giocatori sanno di essere dei privilegiati e proprio per questo ci mettono la faccia per garantire una carriera dignitosa a quei colleghi meno fortunati e tutelati. Comunque non penso che ci sarà lo sciopero, si arrivera ad un accordo». Si schiera a sostegno della battaglia dei calciatori pure Gigi Riva: «È una battaglia giusta, mi pare cha manchi solo la firma su un accordo che è nell'interesse delle società oltre che degli stessi giocatori. Beretta e la Lega hanno parlato di ricatto? Non la vedo così in questa situazione, c'è un regolare contratto sottoscritto un anno fa sul quale ripeto manca solo la firma». Quindi sul tema dei fuori rosa: «Battaglia giusta, credo che possano andare incontro a situazioni imbarazzanti, rischiando di non trovare squadre, di veder condizionata la propria carriera. E spesso - ha osservato Riva - uno finisce fuori rosa non per colpa sua bensì della società o per il fatto che ci sono troppi stranieri».
fonte: Ansa
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