“Chi già versa allo Stato 60-80mila euro l’anno per il proprio stabilimento balneare non può subire lo stesso aumento di chi paga un canone di concessione pari a un decimo”. A sostenerlo sono i consiglieri regionali Marina Staccioli (Gruppo Misto) e Nicola Nascosti (Pdl).
“La finanziaria 2013 – spiegano - stabilisce l’aumento dell’imposta regionale sul canone di concessione demaniale per i balneari, portandola dal 15% al 60% del suddetto canone. L’incremento si applica indiscriminatamente a chi corrisponde una quota compresa tra 3 e 10mila euro e a chi invece versa fino a dieci volte tanto in quanto ha nel proprio stabile un ‘bene incamerato’ dallo Stato, come sono ad esempio le strutture giudicate di difficile rimozione”.
“La norma stabilita dalla finanziaria regionale – aggiungono Staccioli e Nascosti – non è corretta dal punto di vista dell’equità sociale che tanto spesso la Giunta Rossi richiama”.
“In sede di discussione proporremo un emendamento affinché si facciano aumenti differenziati, quantomeno dividendo in due classi i balneari interessati dalla misura, tra coloro che hanno beni incamerati e coloro che non ce li hanno”, concludono i consiglieri.
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