Nel primo weekend di saldi si registro' un incremento delle vendite dell'1%, ma e' proprio il caso di dire che una rondine non fa primavera. A distanza di un mese dall'inizio delle svendite, infatti, i conti si fanno amari e i commercianti denunciano un crollo di oltre il 9% rispetto al 2012. Un 'flop' annunciato, per i consumatori, secondo cui la spesa complessiva per i saldi scende da 2,4 a 1,95 miliardi di euro (-18,5%). A tracciare il bilancio dell'andamento dei saldi invernali e' Federmoda Italia-Confcommercio, sulla base di un sondaggio tra gli operatori di tutta Italia. Se nei primi quindici giorni il bilancio gia' mostrava un calo del 5,42%, passate altre due settimane la flessione si fa ancora piu' forte, pari a un -9,27% che, sommato al -6,5% dello scorso anno, offre un quadro di grande difficolta' per il mondo del commercio. Inoltre, l'andamento delle vendite di fine stagione non e' omogeneo su tutto il territorio. A fronte dei risultati piu' che positivi registrati fin dal primo weekend nei centri storici e nelle vie della moda delle grandi città turistiche come Roma, Milano, Firenze, Venezia (e dovuti principalmente agli acquisti di turisti e cittadini stranieri, soprattutto russi, cinesi e orientali), c'e' la situazione molto meno brillante nelle altre citta'. Decisamente sconsolante, poi, l'andamento nelle periferie urbane e nel Mezzogiorno, dove in alcune situazioni si e' addirittura raggiunto -30%. Del resto, calcolano Adusbef e Federconsumatori, il ricorso ai saldi da parte delle famiglie italiane e' sceso dal 44% registrato nel 2012 al 36% di questi giorni, con la cifra complessiva dei saldi che si e' attestata da 2,4 miliardi di euro a 1,95 miliardi con una riduzione complessiva del 18,6%. Tornando ai dati di Confcommercio, per i presidente di Federmoda Italia Renato Borghi, ''confermano l'attenzione sempre piu' marcata al prezzo da parte dei consumatori che di certo non possono permettersi di piu', avendo oggi un reddito disponibile reale pari a quello di 27 anni fa e un clima di fiducia che, per il 60% degli italiani, e' negativo. La situazione inoltre non e' piu' sostenibile per i negozi multimarca di qualita'''. Ma per Borghi una via d'uscita c'e' ed e' quella risiede in ''un rinnovato rapporto di collaborazione con i fornitori, nella differenziazione dai concorrenti, nella formazione sulla gestione dei negozi in tempi di crisi e, soprattutto, in un indispensabile mutato atteggiamento da parte delle banche nei confronti di noi piccoli ma intraprendenti imprenditori''.
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