Il passaggio dell’Isituto Iti da Palazzo Vecchio allo Stato è senz’altro una buona notizia, da accogliere oggi positivamente. Erano anni che si aspettava questo accordo, risalente al 2007 quando l’allora Sindaco di Firenze, Leonardo Domenici siglò con il Ministro Fioroni la convenzione per il passaggio dal Comune di Firenze allo Stato dello storico istituto fiorentino. Ma restano sul tavolo due gravi questioni legate alla ristrutturazione dell’edificio e alle ripercussione che questo passaggio avrà in termini di personale docente nelle scuole del territorio fiorentino”. L’assessore provinciale all’istruzione, Giovanni Di Fede, commenta così la notizia dell’avvenuto passaggio dell’ Iti Leonardo da Vinci allo Stato, operazione questa che consente al Comune di Firenze di risparmiare i circa 11 milioni di euro fino a questo momento spesi per pagare i professori di questa scuola. “Sono diversi anni che l’Iti ha bisogno di importanti investimenti nella manutenzione straordinaria, interventi per circa 8 milioni di euro non più derogabili. Fino ad oggi la competenza su questa scuola era del Comune ma ora, prima di passare alla Provincia, deve essere affrontata – con impegno condiviso – la questione della messa in sicurezza e della ristrutturazione. Per questo, suggerisco a Palazzo Vecchio di investire una parte di quegli’undici milioni di euro risparmiati proprio in manutenzione. Noi abbiamo più volte segnalato – durante il tavolo provinciale – la necessità di stornare questi fondi per rifare alcune parti della scuola che necessitano di interventi urgenti, ma un accordo ancora non è stato trovato”. “La Provincia – dice Giovanni Di Fede – è disposta a fare la sua parte ma è necessario non mollare tutto in mano a noi senza fornirci i fondi per intervenire adeguatamente”.L’assessore provinciale all’istruzione interviene anche in merito alla questione legata al personale: “Ora ci troviamo in una situazione critica perché questo accordo (senz’altro positivo per l’Iti) inevitabilmente penalizza le scuole del territorio fiorentino: il passaggio allo Stato dei circa 80 docenti dell’Iti (circa 160 in due anni) inciderà inevitabilmente con la nostra richiesta al Ministero di avere 300 persone in più nel corpo docente e non docente. Eppure ad oggi esistono delle realtà molto critiche nella provincia di Firenze, come più volte denunciato: ad esempio circa il 10% delle prime classi supera i trenta alunni con evidenti difficoltà anche logistiche per contenere in aule non adeguate un numero così elevato di studenti”.
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