Su 106 Ordini dei medici solo due hanno come presidente una donna. E' il dato che emerge dalla Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo), nel corso del convegno 'Leadership in sanita': interpretazione al femminile, innovazioni, opportunita'', in corso in queste ore a Firenze. Continua la discussione e la battaglia sulle quote rosa ma intanto l'Italia si conferma un Paese poco incline ad assegnare alle donne posti di comando, nella politica come nel mondo professionale. Scendendo nel dettaglio dei dati emersi dalla Fnomceo riferibili all'anno 2009 sulla presenza femminile negli organismi direttivi dei 106 Ordini provinciali, si nota che a fare 'compagnia' alle due presidentesse (Roberta Chersevani a Gorizia e Anna Maria Calcagni a Fermo) ci sono 7 vicepresidenti, 24 segretari e 14 tesorieri. Ed è proprio la Presidente dell'Ordine dei medici di Gorizia, Roberta Chersevani, che a questo proposito sostiene: "Una maggior presenza di donne presidente forse non riuscirà a modificare gli assetti che sembrano penalizzare la donna medico, in realtà forte della sua capacità procreativa. Figure di riferimento, veri mentori, potrebbero tuttavia creare un sostegno, uno stimolo, che deriva dall'esempio di risultati raggiunti". Proseguendo nell'analisi dei dati emersi dall'indagine della Federazione Ordine dei Medici e degli odontoiatri, si vede come in Italia, negli ultimi dieci anni, sia cresciuto il numero delle donne specializzate in medicina. Da 73.871 del 2000 si è passati a 82.875 nel 2010, praticamente 9 mila donne in più. Su tutti un dato salta agli occhi: la maggior parte delle donne diventa pediatra. Le dottoresse dei bimbi sono infatti oltre 10 mila. Seguono le ginecologhe, poche invece le oncologhe, ortopediche e specialiste in chirurgia. Se si passa poi a valutare il rapporto carriera e famiglia emerge chiaramente che si tratta di un binomio ancora difficile da gestire, in particolare quando a fare carriera sono le donne. In Italia il 30% delle donne medico ai vertici della propria professione è single o separata. I maschi nella stessa condizione sono invece il 10%. Non solo ma il 30% dei 'camici rosa' in carriera non ha figli e il 20% ne ha solo uno. La situazione è completamente rovesciata se il medico in carriera è un uomo: i medici maschi senza prole sono il 13%, mentre il 16% è papà di un solo bimbo.
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