Ieri, a margine della presentazione del nuovo giocatore della Fiorentina Verdù, il DS Daniele Pradè ha tenuto una lunga conferenza stampa dove, per oltre cinquanta minuti, ha risposto alle domande dei cronisti presenti all'Artemio Franchi di Firenze.
Tanti gli argomenti affrontati dal DS gigliato: il mercato estivo e le critiche allo stesso dalla maggioranza dei tifosi, gli obiettivi stagionali, i casi Salah e Milinkovic-Savic e il futuro.
Di seguito le dichiarazioni del DS della Fiorentina:
“Non riesco a capire – ha spiegato Pradè – come mai c'è tutta questa critica (da una parte della tifoseria e della stampa, ndr), abbiamo una Proprietà che in questi anno ha messo più di 320 milioni di euro. Questa deve essere una squadra competitiva e anche quest'anno abbiamo fatto una squadra fortemente competitiva, pensiamo che con questo mercato abbiamo rafforzato la rosa. Comunque la critica è pur sempre occasione di crescita”.
Il budget per il mercato che alla fine ha fatto segnare un segno più per le casse viola? “Abbiamo intrapreso un percorso basato sul fairplay finanziario e vogliamo fare questo percorso in maniera intelligente, perché non si deve avere fiducia in questo tipo di lavoro? Non abbiamo fatto delle scommesse (in riferimento ai nuovi arrivi, ndr) nella nostra testa sono delle certezze. Abbiamo fatto una squadra che può dare fastidio a tutti e cercheremo di restare in Europa”.
Il mercato con zero euro investiti, ma fatto con le cessioni? “Conta quello che abbiamo preso sul mercato, non quanto abbiamo speso. Abbiamo preso Suarez, Sepe, Astori, Gilberto, Kalinic, Kuba, Verdù...e poi consideriamo i rientri di Roncaglia, Vecino e Rebic, in più quest'anno abbiamo Bernardeschi, Babacar e Giuseppe Rossi. Poi ci sono giovani come Capezzi, Fazzi e Venuti che possono rappresentare il futuro della Fiorentina”. Quale obiettivo per quest'anno? “Fare bene: abbiamo preso un allenatore sul quale crediamo e siamo fiduciosi”.
Un disimpegno da parte dei Della Valle? “Non sta per niente disinvestendo, abbiamo già opzioni su due calciatori per gennaio. Abbiamo una base solida, abbiamo già un'identità precisa e sappiamo come dobbiamo programmare il futuro. L'allenatore è contento di quello che abbiamo fatto”.
Quali sono gli errori che suscitano scetticismo? “Può darsi che dobbiamo migliorare nel comunicare. Cercheremo di essere più presenti e dare alla stampa maggiori informazioni, comunque siamo una Società che non fa nulla di improvvisato”.
Il caso Salah e il suo riscatto per 18 milioni? “Potevamo riscattarlo solo a gennaio (2016, ndr), ma nessuno poteva immaginare cosa aveva nella testa Salah in questi mesi. La FIFA ha dato al giocatore un transfer provvisorio e si pronuncerà a fine dicembre sul caso Salah. Sul fatto che a marzo dichiarai che sarebbe rimasto alla Fiorentina per almeno 18 mesi? Non ho difese, uno sbaglia pure. Io non avrei mai immaginato che Salah cambiasse idea, che il 22 maggio cambiasse procuratore e che succedesse quello che è successo. Dopo tanti anni che si fa questo lavoro non si finisce mai di imparare: starò più attento in futuro nel parlare. Non pensavo che in un mese e mezzo facesse un cambiamento così repentino. L'osservazione è giusta e rispondo con un mea culpa. La clausola? È stata fatta perché l'ha voluta lui per forza”.
La difesa corta? “Avevamo 4 obiettivi, uno era Mexes e con lui avevamo un accordo totale, aveva già trovato la scuola per i figli, ma poi nel corso della settimana sono cambiate le cose; l'altro era Jason Denayer del Manchester City che ha preferito giocare la Champions (la giocherà col Galatasaray, ndr), gli altri due non li dico perché uno vogliamo prenderlo nel mercato di gennaio”.
Cosa ci hanno insegnato i casi Joaquin, Milinkovic-Savic e Montella? “Sono cose più mediatiche di quello che alla fine è il nostro lavoro. Quando Milinkovic è arrivato a Firenze con l'accordo e poi ci ha ripensato, ci siamo detti ma chi se ne frega. Probabilmente diventerà un campione, glielo auguro, ma a noi dirigenti (del suo diniego, ndr) non ce ne è importato nulla. Con Montella ci sono stati tre anni intensi, poi le strade si possono separare, ma i rapporti possono rimanere cordiali. Abbiamo lasciato un top allenatore, ma ne abbiamo preso un altro col quale abbiamo fatto tutto in maniera condivisa: anche Basanta ed Hegazi non soddisfacevano la nostra situazione tattica. Joaquin non è mai stato messo sul mercato, ha 34 anni ed ha una personalità forte: è voluto tornare al Betis Siviglia. Se noi non avessimo preso Kuba e ricevuto un'offerta giusta dal Betis, Joaquin sarebbe rimasto qui, certo a livello mentale lo avremmo perso per tutto l'anno”.
I rinnovi di contratto ai vari Bernardeschi, Babacar...? “Per noi sono come dei nuovi acquisti. Stiamo lavorando su quelli di Alonso, Mati Fernandez, Diakhate, Vecino. Stiamo cercando di perfezionare anche il contratto di Giuseppe Rossi (che scade tra due anni, ndr) anche lui quest'anno sarà come un nuovo acquisto. Tomovic, Alonso, Roncaglia, Mati, Vecino, Ilicic, tutti i nostri giocatori hanno avuto delle offerte scritte, ma tenerli è significato non indebolire la nostra squadra”.
Iakovenko e la sua mancata cessione? “Abbiamo trovato tante soluzioni per lui, ma se lui preferisce fare il non calciatore nella Fiorentina è una scelta sua. Non ci sono possibilità di recupero: non fa parte dei nostri piani tecnici”.
Il nuovo stadio? “È un impegno prioritario per i Della Valle, di queste cose sarebbe bene parlarne con Cognigni”.
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