FIRENZE- Nella sala eventi del centro polivalente COMBO si è tenuta ieri alla presenza del regista, la proiezione del film “Quando il sole sorgerà” dell’esordiente lucano Andrea Manicone. Un evento culturale per celebrare i trentatre anni dell’Associazione Lucani a Firenze che ha visto la presenza di numerosi ospiti d’eccezione, tra i quali il neo parlamentare Dario Nardella (già vicesindaco di Firenze della giunta Renzi) che ha ricevuto la tessera di socio onorario, proprio per le sue origini lucane.
L’evento patrocinato dal Quartiere 2 e dal Comune di Firenze, ha dato dimostrazione di un grande interesse delle istituzioni cittadine nei confronti dell’associazione, segno di una reciproca stima da parte dei numerosi lucani ormai parte integrante della società fiorentina.
“L’intento dell’associazione dei lucani”, ha dichiarato lo storico fondatore nonché presidente Avv. Luigi D’angelo (riconfermato alla carica dalla stessa assemblea a voto unanime): “è un modo per coltivare il legame con la nostra terra. Questa grande famiglia, attraverso l’organizzazione di eventi e manifestazioni mantiene viva la passione per la nostra cultura e le nostre tradizioni. Tutto questo è un modo di ricevere e ripagare l’affetto per la nostra terra che tanto ci ha dato e tanto ci ha tolto”.
“Quando il sole sorgerà” girato tra Roma e la Basilicata (tra il comune di Calvello ed il capoluogo Potenza), vede come protagonisti, oltre allo stesso Manicone, tutti attori lucani: Nando Irene, Annarita Del Piano, l’esordiente Vincenzo Lifranchi (nel ruolo di Giuseppe), ad eccezione del coprotagonista Lorenzo Flaherty (già attore di numerose fiction popolari).
Il film attraverso la storia del protagonista mette in risalto un aspetto molto introspettivo della sensibilità di ogni “emigrante”. Infatti così come Sergio Laus (il protagonista) che nonostante i tanti anni vissuti lontani dalla terra natia, tra cinema e teatro, mette tutto in discussione quando viene richiamato in Basilicata per la morte di una cara amica d’infanzia. Un viaggio inaspettato che riapre un conflitto interiore, a dimostrazione di come la terra, le origini e la cultura sono un cordone ombelicale difficile da tagliare.
Gianluca Rosucci
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