E adesso che rimangano in ritiro fino a quando la musica non cambierà.
Tanto, credo sia l'unica punizione che "intendono" i giocatori.
Toccargli la vita extracalcistica, azzerando uscite con amici e fidanzate, impedendogli di farsi i fatti loro, è l'unico modo per cercare di spronarli. Non penso ne esistano altri, dunque che stiano su un cucuzzolo, lontano da tutto e da tutti.
Ieri s'è toccato il fondo più che mai. Siamo riusciti a tornare a casa con le ossa rotte anche dalla classica partitada zero a zero. La cosa che più preoccupa non è tanto vederli giocare male, tanto quest'anno ci abbiamo fatto il callo, ma vedere un approccio alla gara distratto, sbadato, quasi annoiato.
Eppure non dovrebbero pensare ad altro, non dovrebbero vedere l'ora di scendere in campo con la fame di vittorie che ci consentano di risalire la china. E, come se tutto ciò non dovesse bastare, la cosa più grave è vederli mandarsi a quel paese reciprocamente senza alcun ritegno: nel corso del match è successo più volte. E questo è sintomo di poca sintonia, feeling ridotto al lumicino, dove ognuno va da sé.
Sposo la decisione della società di portarli in ritiro ma non quanto fatto finora in un mercato di riparazione in cui non siamo corsi al riparo più di
tanto. Così come non condivido le scelte del tecnico: Gilardino troppo isolato, la seconda punta (Babacar) mandata in campo solo dopo essere andati sotto, un giocatore (Cerci) che da una vita non si sta esprimendo come di par suo preferito ad un neo-acquisto. E chi ci rimette siamo sempre noi, i tifosi, quelli rimasti a casa e soprattutto i 150 giunti fino a Roma. Mi è giunta voce della contestazione alla squadra stanotte al rientro: non posso dare contro a chi è insoddisfatto ed è arrabbiato perchè lo sono anche io ma spero che mercoledì sera si tifi, si appoggi la squadra piuttosto che protestargli contro.
Chiaro che se dovessimo assistere ad una prestazione indecorosa anche col Genoa non potremmo fare altrimenti.
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