«Quella struttura andrà giù, anche se dovessi abbatterla a testate». Affermazione colorita, ma che tratteggia al meglio la determinazione del sindaco Renzi a mantenere la promessa fatta agli abitanti della zona di eliminare è la struttura delle ex Poste in via del Pratellino, proprio all`inizio di via Campo d`Arrigo. E per dare maggiore incisività alla promessa, dopo le vicissitudini giudiziarie che la strattura sta vivendo, Renzi ha confermato che l`amministrazione ha presentato ricorso al tribunale del riesame contro il sequestro dell`immobile che avrebbe dovuto essere demolito ieri. L`udienza è stata fissata per il 12 agosto. «Se sarà dissequestrato — ha confermato il sindaco — siamo pronti a demolire `edificio in 10 giorni». Ricordiamo che il sequestro è stato deciso dal gip a fine luglio scorso su istanza dell`impresa Gala sri, alla quale la proprietà aveva promesso il bene in vendita. «Questa vicenda — ha spiegato il primo cittadino — è lunga e a tratti assurda, ma la giunta ha deciso di perseverare con tenacia: demoliremo questo edifìcio che non so è una bruttura della zona, ma è anche una ferita. Al suo posto costruiremo un parcheggio da 60 posti». un parcheggio atteso dai residenti che speravano di veder iniziare i lavori da ieri. «Quando tutto andrà giù — conferma Renzi —, n venti giorni saremo pronti. L`udienza è stata fissata il 12 agosto. Dopo il via libera sarà demolito in 10 giorni a partire per realizzare il posteggio che, penso, in sei mesi si possa alla fine realizzare. Ma ora la rpiorità è abbattere questa bruttura». Non solo. A fine luglio i carabinieri del Noe erano ntervenuti con un altro sequestro, a scopo preventivo, dopo che alcuni cittadini avevano sengalato la presenza di «liquido rosso». Erano stati, infatti, messi i sigilli al cantiere della struttura, dove erano in corso operazioni di bonifica dell`amianto, per accertare presunte violazioni nello smaltimento dei liquidi di scarto. Su questo aspetto il sindaco ha chiarito che «abbiamo tolto tutto l`amianto. Per noi si può buttare giù». La struttura, in origine di proprietà di Poste Italiane, aveva avuto nel 1968 una oncessione edilizia che prevedeva la possibilità che l`immobile dovesse essere demolito a semplice richiesta del Comune. Successivamente è stato ceduto alla società Berni che a sua volta l`ha promesso in vendita alla società Gala: quest`ultima non è mai diventata proprietaria dell`immobile e a giugno il tribunale di Firenze ha dichiarato risolto il contratto preliminare di compravendita. La legittimità dell`ordinanza di demolizione del Comune — spiega una nota del Comune — è stata confermata per sei volte, quando Tar e Consiglio di Stato hanno respinto i ricorsi avanzati dalle società Berni e Gala: sempre quest`ultima ha presentato infine una richiesta di sequestro, in prima istanza rigettato e poi accolto fino alla prossima udienza, fissata per il 25 ottobre. E proprio per quest`ultima istanza Palazzo Vecchio ha fatto ricorso.
Fonte: Giampaolo Marchini, La Nazione
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