Anche Firenze scenderà oggi in piazza per protestare contro la decisione del presidente brasiliano Lula da Silva che ha concesso lo status di rifugiato politico all'ex terrorista Cesare Battisti. Due le manifestazioni: la prima organizzata dal segretario del Psi Riccardo Nencini alle 9.30 a Piazza Pitti, davanti alla sede del consolato Brasile. La seconda alle 16, in contemporanea al sit-in davanti all'ambasciata brasiliana a Roma, con l'intervento di
Lorenzo Conti, figlio dell'ex sindaco di Firenze Lando, assassinato dalle Br, che ha invitato tutti i cittadini di Firenze ad essere presenti, per esprimere il dissenso alla mancata estradizione di Cesare Battisti. A raccogliere l'appello il parlamentare Udc Francesco Bosi che afferma: "Aderiamo in modo convinto alla manifestazione. I principi di giustizia che la decisione del governo brasiliana accantona, rifiutando l'estradizione a un latitante che si è macchiato di crimini meritevoli di una giusta pena - continua Bosi - sono principi fondanti per una società degna di questo nome ed anche per i rapporti tra Stati diversi. Per questo la non estradizione di Cesare Battisti non puo' essere accettata. Ed è giusto che si levi forte la voce non solo delle istituzioni ma dell'opinione pubblica, per far sentire che vi sono ancora Stati, popoli e persone che a questi principi di giustizia vogliono fare riferimento".
A riscaldare gli animi già di per sè infervorati ci ha pensato il ministro brasiliano della giustizia Josè Cardozo che ha detto di "non aver alcun dubbio" sul fatto che il no all'estradizione di Battisti sia stata una decisione "corretta". Cardozo ha affermato che Lula ha agito "in stretta consonanza con il nostro diritto e con quanto aveva manifestato il Supremo Tribunal Federal". Il ministro brasiliano ha poi detto: "La nostra è una decisione sovrana. Non credo che possa compromettere i nostri rapporti di profonda amicizia con l'Italia. Gli italiani sono nostri fratelli. Non c'è alcuna ragione per la quale la decisione di Lula possa essere contestata dal punto di vista della sua validità giuridica". L'amerazza del governo italiano è confermata dalle parole del ministro degli esteri Frattini che ai microfoni di sky tg 24 ha affermato: "Non mi faccio illusioni sul ministro della giustizia brasiliano. Lui fa il suo dovere, deve difendere la decisione presa dal suo ex presidente, ma il Tribunale Supremo del Brasile ha già dichiarato che Battisti può e deve tornare in Italia. Devo fare in modo che il Tribunale Supremo del Brasile confermi la decisione che ha già preso". Ha poi aggiunto: "Noi chiederemo aiuto anche alla società, ai mezzi di informazione, all'opinione pubblica del Brasile. Non contro il popolo brasiliano, ma contro la decisione di Lula che è stata veramente una brutta fine di un mandato importante di un grande presidente del Brasile".
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